AGRICOLTURACon il «Colosso dei deserti» raccolti a rischio

E ora arriva «il Colosso dei deserti». Non bastasse il luglio più caldo degli ultimi 219 anni, come affermato da Coldiretti sulla base di dati Cnr, l'agricoltura italiana si deve confrontare con un nuovo anticiclone che oltre a confermare la tendenza al surriscaldamento, continua a tagliare i raccolti del Made in Italy, che dispone, come sottolinea con orgoglio il presidente dei Consorzi di bonifica Massimo Gargano - dell'84% di terra irrigua. Per cui se quest'anno avremo il 20% in meno di pomodoro, il 30% di mais, il 40 % di soia, tra il 10 e il 20% in meno di latte e miele, una delle vendemmie più contenute degli ultimo secolo e una raccolta di olive il cui destino è legato al clima ed alla disponibilità climatica che avremo, tali situazioni sarebbero state ulteriormente peggiori se non ci fosse stata a monte l'attività gestita dai consorzi che ha consentito di limitare i danni della Caporetto dell'agroalimentare italiano. I consorzi hanno sperimentato e oggi applicano su larga scala le più moderne tecnologie irrigue che permettono di indicare sul cellulare dell'agricoltore la quantità ottimale di acqua da distribuire in ciascun momento climatologico e fenologico della coltura.

Il sistema, denominato Irriframe, che ha suscitato l'interesse e l'apprezzamento della commissione dell'Unione europea e del governo cinese per la sua capacità di ampliare le aree irrigabili risparmiando fino al 20% di acqua e contenendo i costi.

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