"Una coalizione popolare italiana che non sia una somma di sigle e abbia un programma sul modello della Coaliciòn Popular della Spagna post-franchista. Quando il centrodestra era spezzettato in una decina di soggetti politici, ciascuno a forte impronta leaderistica, si mise in moto un processo, oggi lo chiameremmo un cantiere, che portò nel 1976 all’Alleanza popolare e tre anni dopo alla Coalizione democratica da cui prese origine il Partito popolare". A rilanciare l'idea è Angelino Alfano in un’intervista a La Stampa.
"Bisogna rimettere in gioco tutti. Compresi quanti, dentro Scelta civica, non desiderano aderire al Pd. Comprese le aree, dall’Udc ai Popolari per l’Italia, con cui abbiamo condiviso la battaglia europea", spiega il ministro dell'Interno. Che poi si rivolge anche a Silvio Berlusconi: "L’alleanza tra Forza Italia e la Lega? La contraddizione parla da sé: un partito membro del Ppe che si precipita a cercare accordi con la variante italiana del lepenismo. Penso alle enormi praterie che si aprirebbero per il Nuovo centrodestra, se fossi così cinico da volerne approfittare". Rispetto alle alleanze passate, Alfano afferma: "Bossi aveva a che fare con Fi al 29% nel 2001 più An al 13, e con il Pdl al 39% nel 2008. Guidavamo noi. Adesso la debolezza di Fi è tale che rischia di trasformare la Lega nell’autista".
Con il Cavaliere, "in questa fase è bene privilegiare il confronto pubblico delle idee, nel frattempo, magari, una moratoria degli insulti personali da parte dei giornali di famiglia sarebbe di qualche aiuto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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