Roma Il fuoco dartificio della riforma presidenziale, nonostante la presenza di Berlusconi alla prima uscita politica dopo le elezioni, non ha smosso più di tanto le acque. E allora Angelino Alfano prova a ripartire sposando la causa dei «formattatori» del Pdl.
Qualcuno ieri lo ricordava, su Twitter, rispondendo alle punzecchiature del «rottamatore» Pd Pippo Civati: «Alfano almeno ha avuto il coraggio di buttarsi tra i formattatori. Bersani chi lha visto, dalle vostre parti?». In effetti, quando il sindaco di Firenze ha promosso la sua «Leopolda», contestando il vecchio gruppo dirigente, il segretario del Pd si è ben guardato da infilarsi nellarena e ha marcato visita, organizzando un appuntamento dapparato per essere altrove. Il leader del Pdl fa il contrario, sia pur costretto dagli eventi: va a Pavia, dalle «nuove leve» cresciute nelle amministrazioni locali di centrodestra, a rispondere a domande e contestazioni in diretta via streaming, e diserta lappuntamento dei «seniores» di Milano, starring Roberto Formigoni, Ignazio La Russa, Guido Podestà. I big della vecchia guardia di partito, insomma. E dai giovani promette le primarie per tutte le candidature; giura che cercherà di spazzar via le liste bloccate e le «nomine dallalto» che non gli piacciono; annuncia di volere una «squadra» fatta soprattutto di facce nuove; spiega che ora, a batosta elettorale ancora calda, «è il momento di tornare ad ascoltare gli elettori», quelli (pochi) rimasti e quelli (tanti) che allultimo giro elettorale sono andati al mare anziché alle urne. E che ora, è la convinzione di Angelino Alfano, vanno stanati uno per uno e «rimotivati» a votare Pdl alle prossime politiche.
Alla fine la mossa del segretario ha dato i suoi frutti in quella platea: applausi, persino una standing ovation, con lhashtag «formattiamo il Pdl» che, per un giorno, diventa il più frequentato su Twitter. E non è un caso se, per farlo, Alfano ha scelto di disertare la riunione organizzata nelle stesse ore a Milano da molti di quelli che a Pavia vengono definiti «dinosauri»: naturalmente il segretario assicura che il partito «non ha al suo interno una sfida generazionale ma deve saper trarre il meglio da tutte le parti, perché siamo una squadra con tanti giocatori». Ma con la benedizione impartita ieri ai giovani «contestatori» guidati dal sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo (subito pubblicamente arruolato da Alfano nella propria futura squadra), il segretario cerca uscire dalla sindrome dello sconfittismo che ha paralizzato il gruppo dirigente dopo il voto, di ritagliarsi una nuova immagine e di smarcarsi dal «vecchio» apparato, che in molti casi - dicono gli «alfaniani» - gli «rema contro», contestando la sua leadership e cercando di mettere sulle sue spalle lintera colpa della sconfitta elettorale. Tanto che ieri il presidente del Senato Schifani, sponsor della prima ora del segretario, ha sentito il bisogno di richiamare «tutti», dentro il Pdl, ad «aiutare Alfano» nel suo «impegno».
«Angelino ha fatto benissimo a venire a Pavia: da un segretario di quarantanni ci si aspetta che sappia giocare fuori dagli schemi e, se serve, che sappia anche mettersi in discussione davanti alla sua base», applaude la parlamentare Beatrice Lorenzin, secondo la quale «quella di oggi può essere la mossa che fa fare ad Angelino il salto di qualità che serviva ora, a lui e al partito».
Ma basterà a rimotivare le truppe e a fermare le spinte centrifughe che dividono ex An da ex Fi, «giovani» da «vecchi», pro-Monti da anti-Monti, in un moltiplicarsi di fazioni? Nei giorni scorsi, a Montecitorio, si assisteva al curioso fenomeno di capannelli di parlamentari Pdl che si accaloravano sugli inviti a Pavia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.