
Roma - C'è chi evoca le radici cattolico-popolari e chiede un richiamo diretto al Ppe anche nel nome del partito che si va formando. Chi frena rispetto a eventuali scelte centriste e invita ad attendere così da attrarre altri indecisi del Pdl, evitando di affollare troppo il campo di gioco. E chi consiglia di offrire subito un segnale di apertura, istituendo un percorso di nomina dal basso dei dirigenti locali che possa rendere attraente il partito per gli scontenti del centrodestra. Consumato lo strappo, gli scissionisti del Pdl iniziano a riflettere sulle mosse da compiere e sui primi passi da consumare lungo un cammino non facile. La «missione» sulla carta è chiara: conquistare quota parte dei voti di Silvio Berlusconi. Ma che questi consensi siano davvero in libera uscita è una illusione o una suggestione su cui periodicamente si arenano i sogni di gloria dei vari soggetti di centrodestra alla prova delle urne. È per questo che in questa fase si cerca di andare sul sicuro e individuare buoni «portatori di voti». Un reclutamento mirato che punta molto su consiglieri comunali e regionali dotati di consenso proprio, quelli in sostanza meno legati al vincolo di gratitudine con Berlusconi. Insomma, si va sul concreto, senza guardare molto al «nuovo» ma piuttosto all'usato sicuro e di rendimento, come sta accadendo ad esempio in Calabria e in Lazio, ma anche in Sicilia e in parte in Lombardia.
Naturalmente questo ancoraggio alla «solidità» dei portatori di voti comporta anche conseguenze inevitabili. Negli equilibri interni del futuro partito, infatti, è evidente che le componenti più forti potranno vantare crediti rispetto alla leadership, con la «squadra» ciellina di Maurizio Lupi e Roberto Formigoni che dovrà vedersela ad esempio con quella calabrese di cui Giuseppe Scopelliti e il senatore Antonio Gentile sono i capofila. La questione «centrista», per ora, viene tenuta molto sotto traccia. Lo stesso Andrea Olivero, schierato sul fronte «popolare» di Mario Mauro, ieri, ha provato a gettare acqua sul fuoco. «Alfano vuole ricostruire il centrodestra, per noi questo è un obiettivo non realizzabile. Nessuna alleanza per le Europee». L' Ncd cerca, però, di rafforzare i rapporti con Oltretevere, nella consapevolezza che l'obiettivo non può che essere nel tempo quello di costruire una alleanza inter-cattolica. Tra gli auspici resiste poi la volontà di creare un canale preferenziale con il Ppe, potendo contare sui buoni rapporti con Joseph Daul, presidente del Ppe e Hans Gert Poettering. Il vicepremier è ottimista: «Il nostro movimento ha a cuore la sorte dell'Italia e degli italiani e non si rassegna, è questo l'entusiasmo che ci anima», dice in serata al Tg1. «Da domani inizia un lavoro con assemblee nelle province e nelle città per parlare agli elettori, siamo subissati di richieste di incontro» spiega Roberto Formigoni. «Abbiamo l'intenzione di battere il territorio palmo a palmo». Oggi, gli esponenti di spicco del Nuovo Centrodestra in Lombardia presiederanno un incontro a porte chiuse (presenti fra gli altri lo stesso Formigoni e Maurizio Lupi) per iniziare a verificare gli umori interni. Nel frattempo gli alfaniani possono registrare l'adesione di Antonio Leone, con il quale sale a 28 la lista ufficiale del nuovo gruppo a Montecitorio. Ed è anche stato varato il profilo Twitter con un primo messaggio che recita così: «Inizia qui la storia di un #NuovoCentrodestra. Insieme raccoglieremo le voci e i tweet dell'Italia che non ha paura di guardare avanti».
E se Maurizio Sacconi si dà un obiettivo ambizioso, «recuperare i sei milioni di elettori che pochi mesi or sono ci hanno abbandonato per l'astensione o per un voto di protesta», nel partito si riflette, più prosaicamente, su quella soglia del 4% per le prossime Europee che appare come una vetta non impossibile ma comunque impervia da scalare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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