Un Monti bis? Se vince le elezioni. Angelino Alfano non esclude nessuno scenario alle elezioni 2013, nemmeno un ritorno del senatore a vita a Palazzo Chigi. Ma chi vince, questo il ragionamento del segretario Pdl, lo decidono gli italiani. «Ho grande stima di Monti - ha sottolineato Alfano - e ritengo potrebbe essere candidato a tutto, ma ho difficoltà a immaginare una campagna elettorale in una democrazia, dove un candidato c'è e sarà quello della sinistra e l'altro candidato è virtuale, perché non scende in campo». La volontà popolare è discriminante: «Ci vuole il rispetto del risultato elettorale, se si vota in primavera e Monti non è in campo, è difficile. Come dovrebbe nascere il Monti-bis? È tecnicamente inspiegabile». E persino un esponente di spicco del governo tecnico, Corrado Passera, pone un altolà: «Non credo sia giusto usare Monti come sigla elettorale di un nuovo giro».
Gelo in casa Pd. Pier Luigi Bersani così come il suo sfidante Matteo Renzi bocciano la riproposizione di un governo non legittimato dal voto. «Basta scorciatoie e ricette italiche. La politica deve tornare a essere credibile. Governa chi viene legittimato dalle elezioni» dice il segretario. Ma si fanno largo i «montiani», Paolo Gentiloni, Piero Ichino, Enrico Morando e Stefano Ceccanti, che ieri si sono radunati a Roma per incalzare il partito a giocare d'anticipo e a fare del Professore la bandiera del Pd.
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