Alfano tira fuori il quid Primo altolà al governo

Casini e Bersani fanno i furbi e tentano il blitz su Rai e giustizia: il Pdl fa saltare il tavolo. Berlusconi preferisce Putin a Vespa: niente tv per evitare tensioni

Alfano tira fuori il quid Primo altolà al governo

Tanto è stato evocato che si è appalesato. Parliamo del quid, quel qualche cosa in più che fa la differenza. L’ha tirato fuori Angelino Alfano che ha dato il primo serio, vero altolà al governo Monti. Il segretario del Pdl ha stoppato il tentativo di Bersani e Casini di approfittare del governo tecnico per fare un paio di affari loro, cioè mettere le mani sulla Rai e piazzare un paio di norme sulla giustizia non concordate. Alcuni ministri stavano per cadere nel trappolone dei due furbetti, così Alfano ha fatto saltare il vertice (Pdl-Pd-Terzo polo) con Monti previsto per il pomeriggio. In sintesi. Pd e Udc erano pronti a scambiare un paio di poltrone Rai (direzione generale, Tg1) con il via libera ai provvedimenti sul lavoro. Il Pdl ha obiettato che, a differenza del lavoro, Rai e giustizia non sono nel programma di un governo tecnico che si è insediato, e ha avuto una fiducia anomala, per risolvere la crisi economica. Quindi niente vertice, e se qualcuno ne vuol parlare lo faccia in Parlamento.

Alfano, in fondo, ha fatto una cosa molto semplice, molto più importante del merito della vicenda che certo non appassiona l’opinione pubblica. Ha ricordato a tutti che l’azionista di maggioranza di questo governo è il Pdl e che se Casini o Bersani vogliono occupare la Rai, o accontentare le procure amiche, quantomeno devono prima fare un passaggio elettorale per ottenere il mandato degli italiani. Fino a quel momento, ognuno deve stare al suo posto.

Che qualche cosa ieri fosse nell’aria lo si era capito fin dal mattino, quando Berlusconi ha annullato la sua partecipazione a «Porta a Porta», prima uscita tv dalle sue dimissioni. Un atto di attenzione per non oscurare il segretario Alfano, hanno fatto trapelare dal Pdl. Non credo a questa versione diplomatica e sostanzialmente infondata. Più probabilmente l’ex premier ha preferito non gettare altra benzina sul fuoco. Meglio volare a Mosca dove Putin lo aspettava per festeggiare la fresca elezione.

Lì, con il leader della seconda potenza mondiale e primo fornitore di energia all’Italia, non si sarà parlato di poltrone Rai ma di cose un filino più importanti, non esclusa la crisi tra Italia e India sui marò del San Marco. Casini e Bersani se ne facciano una ragione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica