Roma - Gongola Alfano. Non tanto per l'endorsement maroniano («Lo vedrei bene come premier») quanto per il costante recupero - nei sondaggi elettorali - sull'antagonista Bersani. «Ci davano per morti - scrive divertito il segretario del Pdl sulla sua pagina Facebook - e ci hanno trovati vivi. A sinistra facevano le riunioni per stabilire chi dovesse essere ministro degli Esteri, chi dell'Economia e su chi dovesse salire al Quirinale. Ecco, sappiano che siamo vivi e siamo in battaglia». «E a tre settimane dalla chiusura della campagna elettorale - aggiunge - abbiamo meno di tre punti di differenza». Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, crede insomma nella rimonta del centrodestra e ipotizza il vantaggio della coalizione nell'ultima settimana di campagna elettorale. «Se loro continuano a scendere - prosegue - un po' perché l'amico Ingroia gli ruba i voti e un po' perché il caso Mps dimostra come governerebbero il Paese, e se noi continueremo a salire, una settimana prima del voto puntiamo a essere in vantaggio».
Parlando a Campobasso, Alfano è tornato sulle anomalie di questa campagna elettorale che bene evidenzia la presenza di un «partito dei giudici». «Il nostro è l'unico Paese al mondo dove tre pubblici ministeri, cioè Di Pietro, che è scomparso, De Magistris e Ingroia, si mettono insieme e fanno un partito e candidano giornalisti che hanno scritto delle loro inchieste». Alfano, insomma, attacca Rivoluzione civile e guarda a sinistra dove i metodi finora portati avanti da una parte della magistratura rischiano di diventare un boomerang per il Pd. «Ben gli sta! - commenta ironico -. Li hanno coltivati, coccolati, gli è piaciuto un sacco che emergessero prendendosela con Berlusconi. Hanno detto: bene la libertà d'indagine, che prevale anche sul diritto alla riservatezza. E adesso, con la notorietà acquisita, grazie anche alle coccole del Pd, loro forse provocheranno la sconfitta di Bersani e compagni». Chi è causa del proprio mal, sembra suggerire il segretario del Pdl, pianga se stesso.
Parlando di programmi, Alfano rilancia la riforma di Equitalia. «Il cittadino - spiega - non deve avere paura del fisco, il cittadino onesto deve essere considerato come tale e abbiamo alcune proposte molto nette per fare sì che il fisco risulti amico: rivedere i poteri di Equitalia e consentire ai cittadini di scaricare nella dichiarazione dei redditi scontrini e fatture. In questo modo tutto il nero emergerà e non ci sarà bisogno di inseguire, con un meccanismo da Stato di polizia tributaria, i cittadini italiani. Infine chiediamo che l'amministrazione finanziaria, cioè il fisco, faccia consulenza preventiva ai cittadini dando consigli per non sbagliare la dichiarazione dei redditi». E sempre a proposito di tasse, preconizza: «Votare Bersani è la garanzia assoluta che alcune tasse saranno messe. Lui parla sempre della patrimoniale, lo dice anche la Camusso, e allora possiamo stare certi che così sarà». «D'altronde - aggiunge il segretario del Pdl - è ormai chiaro che a comandare a sinistra in realtà non sia né Bersani né tantomento Vendola.
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