RomaFinirà come è finita nelle ultime cinque elezioni: Berlusconi contro sinistra. Il Cavaliere sta già scaldando i motori. Un attimo: e Monti? Per Berlusconi non è in gara e lo dice chiaramente in un'intervista a tutto campo a Radio anch'io: «Sono d'accordo, ed è l'unica volta, con D'Alema. Non è interesse di Monti diventare un piccolo protagonista della politica del Paese da un ruolo di deus ex machina nel quale si era presentato». Una funzione, per la verità, Monti rischia di averla: «Se questi centrini del centro resteranno indipendenti avranno come unico effetto, e probabilmente è la loro finalità nascosta, di far vincere la sinistra. Non potranno mai avere i voti per governare da soli, allora tanto vale votare direttamente per la sinistra». «Ininfluente» anche l'ormai prossima discesa in campo del pm Antonio Ingroia: «Fa politica da molto tempo come magistrato e ora farà politica da politico. Forse è un chiarimento. Ma lascerà tutti i suoi colleghi a Palermo che utilizzeranno la giustizia come arma politica». Alla fine per un moderato l'unico vero voto utile è quello al Pdl: «Rinnovo l'invito agli elettori che non si riconoscono nella sinistra a non disperdere il voto nei partitini, che oltre a conservare gli interessi dei loro piccolissimi leader favoriscono la sinistra, e a concentrare il voto sull'unico movimento di centrodestra capace di vincere le elezioni, cioè il nostro».
Pdl contro Pd. Sfida aperta. Berlusconi sa benissimo quello che deve fare: «Io non devo conquistare elettori nuovi - dice nell'intervista radiofonica - ma riparlare con gli elettori che ci diedero quasi il 40 per cento nel 2008 e che si sono allontanati per disincanto della politica. Se mi sentiranno, penso che non abbiano difficoltà a darmi la loro fiducia». Per raggiungere i suoi elettori naturali, il Cavaliere ha intenzione di farsi vedere e ascoltare dovunque possa. E guai a chi grida all'occupazione dei mass media: «Con le primarie - ricorda - la sinistra ha occupato tutte le reti tv, le radio, internet: un'alluvione, una serie di trasmissioni in prima serata con cinque candidati che spuntavano dappertutto». Insomma, «la sinistra ha fatto una incredibile scorpacciata in tv e ora strillano perché anche io oso apparire. Questa sinistra non cambia mai e usa l'arma della disinformazione e della falsità». Quanto al ritornello del conflitto di interessi, Berlusconi è stufo di sentirlo: «È un disco rotto: sono vent'anni che parlano di conflitto di interessi e vorrebbero dire che le tv del mio gruppo sono intervenute nella dialettica politica». Invece «non c'è una sola trasmissione in 25 anni delle mie tv andata dichiaratamente contro la sinistra mentre la tv pubblica fa trasmissioni segnate da posizioni politiche sempre a sinistra e La7 che da mattina a notte fa trasmissioni contro di noi». Comunque Berlusconi non vede l'ora di sfidare l'avversario (o gli avversari) davanti a una telecamera: «Sono il primo a chiedere il faccia a faccia con Bersani, con Monti e con tutti. Se è fatto con regole giuste, all'americana, credo sia una cosa molto positiva per fare capire agli elettori cosa vuole ciascuno dei contendenti».
Pare scontato ormai che si voterà il 24 febbraio, una piccola vittoria per Berlusconi che aveva sostenuto che il 17 era troppo presto. «Non mi pare - minimizza - uno spostamento che può essere considerato qualcosa di notevole. Va nella direzione di una migliore organizzazione delle elezioni».
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