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Altro che Elly Schlein, la sinistra senza leader s'aggrappa a Ghali

Numeri impietosi per la leader dem. Nella classifica dei personaggi più amati a sinistra è solo ottava. Brunetti (Vis Factor): "Non è empatica con l'interlocutore"

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Probabilmente se solo Elly Schlein si convincesse a fare un passo indietro e i vertici del Nazareno gli proponessero l’ambitissimo (tra i politici dem) posto da capolista, il filo palestinese Ghali riuscirebbe nella titanica impresa di far guadagnare qualche punticino percentuale in più al tanto disastrato Partito democratico, ormai relegato ben al di sotto della quota psicologica del 20%. Persino un’improbabile candidatura di Dargen D’Amico, il cantore dell’accoglienza indiscriminata dei migranti, porterebbe rivelarsi più vincente di quella dell’ex sardina. Fantapolitica, per carità. Eppure i numeri parlano chiaro. Una ricerca condotta in esclusiva per ilGiornale da Vis Factor, attraverso la sua piattaforma Human, ha infatti rilevato che per il popolo social, che – per carità – non riflette in tutto e per tutto il popolo votante, il leader più credibile per lo schieramento di sinistra è il rapper che, dal Festival di Sanremo in poi, ha issato bandiera palestinese e continuato a bombardare su Israele accusandolo di "genocidio".

I numeri, per Elly Schlein, sono davvero impietosi. "È del tutto evidente che la leader dem adotti, oramai da mesi, schemi comunicativi che non la rendono credibile e che non accrescono la sua autorevolezza", ci spiega il fondatore di Vis Factor Tiberio Brunetti. E così, a furia di perdere consenso, accade che chiunque dica qualcosa minimamente di sinistra finisca per raccogliere un consenso maggiore della Schlein. Ghali, per esempio. Gli è bastata una canzone, Casa mia, in cui sposava la causa palestinese, e soprattutto una comparsata nel salotto amico di Fabio Fazio per capitalizzare un sentiment stellare. Il 65% circa. Al secondo posto un altro cantante portato da Amadeus al Festival: Dargen D’Amico, appunto, che con Onda alta e l’appello al "cessate il fuoco", sfiora il 60%. Al terzo posto, in questo assurdo podio, un altro non-politico che, però, non manca mai di lanciare messaggi politici dalla tivù: Fazio con oltre il 55%.

Per scovare il nome della Schlein bisogna scorrere la classifica stilata da Vis Factor fino in fondo. Prima di lei, infatti, riesce a piazzarsi persino Giuseppe Conte che, nonostante gli sfaceli del reddito di cittadinanza e del superbonus 110 (o, forse, proprio grazie a questi) capitalizza più del 51%. Poi, subito dopo l’avvocato in pochette, troviamo il primo esponente piddì: il governatore dall’insulto facile Vincenzo De Luca. A seguire il segretario della Cgil Maurizio Landini con il 49,44% e Roberto Saviano con il 47,18%. All'ottava posizione ecco spuntare la Schlein con il 46,78%. Peggio della segretaria dem soltanto Michele Santoro (43%) e Fiorella Mannoia (40%).

A penalizzare la Schlein è lei stessa. In particolar modo il suo modo di esprimersi, non solo a livello verbale. "L’insieme di sguardi, gesti ed espressioni – spiega Brunetti – non la rendono empatica con l'interlocutore". Non solo. Per il fondatore di Vis Factor i concetti espressi dalla leader dem sarebbero "spesso complessi e di difficile interpretazione da parte delle fasce più larghe di elettorato".

Insomma, la Schlein dovrebbe andare a ripetizioni di Ghali e D’Amico per riuscire a migliorare il proprio sentiment e – magari – raggranellare un pugno di voti in più.

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