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Un altro costruttore per Emiliano: è il padrone di casa del sindaco

L'imprenditore De Santis è il capofila di una maxi-lottizzazione a Bari. Ma l'esponente del Pd minimizza sugli scandali: "Non lascio per una spigola"

Un altro costruttore per Emiliano: è il padrone di casa del sindaco

«Avevano ragione» tutti coloro che gli avevano rimproverato i «rapporti troppo stretti con il gruppo Degennaro». «Aveva ragione» chi sosteneva fosse un errore «suggellare» quegli stretti rapporti con la nomina in giunta di Annabella, figlia di uno degli imprenditori. È stato «un errore» accettare il carico di pesce ricevuto in regalo dal Gruppo per Natale, e comunque «non mi dimetto per una spigola».

Il mea culpa del sindaco di Bari, Michele Emiliano, si spinge fino a invocare norme per risolvere «come centrosinistra» la questione della commistione tra imprenditoria e politica. Ma se la sua difesa è stata incentrata sull’inesistenza di scorciatoie politiche agli appalti alla famiglia di costruttori sotto inchiesta, il sindaco dimentica che i «palazzinari» a Bari non finiscono con i Degennaro.

Lui stesso qualche rapporto con altri imprenditori edili lo conserva ancora. Per esempio, con Lorenzo De Santis, titolare della «Desco», ingegnere, fresco di nomina nel cda della Fiera del Levante tra i «rappresentanti del Comune di Bari», con provvedimento firmato proprio da Emiliano lo scorso 16 febbraio. Niente di male, se non fosse che qualche dubbio sull’opportunità della designazione potrebbe sorgere da un dettaglio: De Santis - anzi la sua società «Desco» - è il padrone di casa del sindaco.
Il «dettaglio» è certificato dallo stesso imprenditore, anche lui impegnato in diverse lottizzazioni per milioni nel Comune di Bari. De Santis presiede, infatti, il consorzio di imprese «Bari di Levante», alle prese con una maxilottizzazione da un milione e mezzo di metri cubi nel «tondo di Carbonara», a due passi dallo stadio «San Nicola», quello di Renzo Piano: un business enorme, 750mila metri cubi di uffici destinati al terziario, altrettanti per l’edilizia residenziale. Un progetto prestigioso, definito «bellissimo» da Emiliano, che più volte l’ha pubblicamente elogiato. Un progetto firmato da un archistar, il catalano Oriol Bohigas, e che nell’estate di due anni fa ha ottenuto il nulla osta della commissione tecnica del comune di Bari.

De Santis, al telefono col Giornale, dopo qualche secondo di silenzio spiega: «Confermo che il sindaco abita in quella casa. C’è un regolare contratto di locazione della massima trasparenza, vistato dall’agenzia delle entrate di Bari, conforme alla legge». La cifra? «Potrei anche dirla, ma non cambia nulla, il contratto è regolarmente registrato, il sindaco paga regolarmente con bonifico bancario, e il canone è perfettamente in linea con quanto pagano gli altri inquilini. Il sindaco è mio inquilino dal gennaio del 2010». Insistiamo. Può dirci quanto paga, visti anche gli appelli odierni alla trasparenza del sindaco? L’ingegnere, seppur con cortesia, declina: «Penso che dirle la cifra sarebbe inopportuno».

Emiliano era ancora pm dell’antimafia quando De Santis si rivolse proprio alla magistratura, nel 2002, per denunciare una vicenda di tangenti. Gliele avrebbero chieste tre consiglieri comunali allora del Polo per approvare un emendamento al piano urbanistico territoriale che avrebbe riammesso come edificabile un terreno dell’imprenditore nel quartiere San Paolo.

Tra i consiglieri che finirono ai domiciliari c’era anche Gaetano Anaclerio, poi dal 2006 passato al centrosinistra, e divenuto sostenitore di Emiliano (che l’ha anche nominato nel cda dell’Amgas barese) con la sua lista «Realtà pugliese» (vicina ai Degennaro) nel 2009, e ora citato nell’inchiesta sugli appalti tra i politici locali di riferimento proprio del gruppo imprenditoriale.
Proprio nel quartiere San Paolo De Santis, un paio d’anni dopo la storia delle tangenti subite, e con Emiliano divenuto sindaco, ha avviato una lottizzazione, ottenendo dal Comune un permesso a costruire (il n°191/2005) circa 100 appartamenti per civile abitazione. Tutto normale anche questo, se non fosse che, secondo indiscrezioni, quel permesso cozzerebbe con il Prg del capoluogo: quelle aree sarebbero destinate a uffici, o a edilizia mista (metà volumetrie per abitazioni civili, metà uffici).

Un favore (illegittimo) all’imprenditore? Il dubbio viene respinto seccamente da De Santis. «Tutto falso, chi mette in giro queste informazioni sbaglia completamente. C’è un regolare permesso di costruire compatibile con un’area con quella destinazione.

Quello che è stato edificato è esattamente conforme al Prg del 1974», conclude il padrone di casa del sindaco.

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