Altro schiaffo ai pm: Berlusconi prosciolto

Altro schiaffo ai pm: Berlusconi prosciolto

Un’altra assoluzione. Anzi, un proscioglimento. È sera quando la Cassazione emette il verdetto: «Silvio Berlusconi non ha commesso il fatto». Partita chiusa, il caso Mediatrade va in archivio. La sentenza era nell’aria. In aula, qualche ora prima, il sostituto procuratore generale della suprema corte Gabriele Mazzotta non aveva avuto dubbi e aveva chiesto la piena assoluzione del Cavaliere. E quindi la conferma della sentenza letta dal gip di Milano il 18 ottobre scorso. Così il Cavaliere si lascia alle spalle l’ennesima grana e la procura di Milano perde un altro match. La storia è quella dell’acquisto, a prezzi ritenuti gonfiati, dei diritti tv delle major americane da parte del gruppo Mediaset. Berlusconi era accusato di frode fiscale e appropriazione indebita. Ma questa volta non c’è stato nemmeno bisogno di arrivare a processo: a sorpresa il gip aveva prosciolto Berlusconi già in udienza preliminare, rinviando invece a giudizio altri undici imputati fra cui Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri. Ecco, dunque, il ricorso dei pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro che però vengono sconfessati dal collega della Suprema corte che rappresenta l’accusa. Poi la parola passa ai giudici che al termine della giornata mettono il lucchetto ai faldoni.
Certo, per Berlusconi questa è stata una settimana positiva sul fronte della giustizia, dove processi e udienze, proscioglimenti e imputazioni si susseguono ininterrottamente dal 1994. Nei giorni scorsi, infatti, il giudice Francesca Vitale ha depositato le motivazioni del verdetto con cui il 25 febbraio scorso, come da copione, le accuse a Berlusconi nel processo Mills erano state dichiarate prescritte. E a leggere quelle 77 pagine si scopre che a dispetto di una biblioteca intera di articoli, saggi e interpretazioni di ogni genere, il collegio, se si fosse andati avanti, avrebbe finito con l’assolvere il Cavaliere. «Berlusconi è stato salvato solo e soltanto dalla prescrizione»: i commenti al vetriolo si erano sprecati. E, invece, salta fuori che anche in questa controversa storia Berlusconi avrebbe strappato un finale imprevisto. Assoluzione non con formula piena, come per Mediatrade, ma con la vecchia insufficienza di prove.
Infatti per il presidente del collegio «nessuna verità processuale può dirsi raggiunta nonostante la profusione di energie di tutte le parti del processo». In sostanza, la Procura non ha portato la prova provata della colpevolezza di Berlusconi. Un elemento importante, la confessione dell’avvocato inglese David Mills, c’era ma a distanza di tempo Mills aveva ritrattato. E «quell’atto di contrizione», pure, «mal recitato per tentare di allontanare da Berlusconi ogni sospetto» toglie valore alla precedente lettera scritta dall’uomo di legge inglese ai suoi fiscalisti. La Vitale non fa di testa sua, ma accoglie un’interpretazione giurisprudenziale dettata dalla Cassazione nel 2009. Insomma, nell’arco di pochi giorni la magistratura romana e quella milanese mettono una pietra su due delle tante vicende relative al Cavaliere che hanno occupato le cronache di questi anni. E vanno anche registrate le dichiarazioni fuori dal coro del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso che al programma di Radio24 La Zanzara ha speso parole di elogio per il governo Berlusconi nella lotta a Cosa nostra.


Ora arriva la Cassazione su Mediatrade e Fabrizio Cicchitto coglie al volo la pronuncia per tracciare un bilancio della lunghissima offensiva anti Cav di rito ambrosiano: «Una dopo l’altra le operazioni giudiziarie messe in piedi in modo del tutto strumentale e artificiale hanno una misera sorte da parte della magistratura giudicante. Però - è la conclusione del capogruppo Pdl alla Camera - intorno a queste forzate operazioni si sono costruite campagne mediatiche di straordinaria intensità che hanno monopolizzato larga parte dello scontro politico».

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