Il bianco e il nero

"Amato? Solo indizi..." "Se ne parla da tempo..." Lo scontro sulla strage di Ustica

Le dichiarazioni dell'ex premier Giuliano Amato hanno riaperto il dibattito sulla strage di Ustica. Ecco le opinioni di Franco Cardini e Gianfranco Pasquino

"Amato? Solo indizi..." "No, del missile francese si parla da tempo..." Lo scontro sulla strage di Ustica

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"Amato? Solo indizi..." "No, del missile francese si parla da tempo..." Lo scontro sulla strage di Ustica

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Dopo i dubbi espressi da Giuliano Amato l'opinione pubblica torna a dividersi sulla strage di Ustica. Per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo parlato con lo storico Franco Cardini e Gianfranco Pasquino, ex senatore e membro dell'Accademia dei Lincei.

Crede alla “pista francese” rilanciata da Giuliano Amato?

Cardini: “Giuliano Amato è un politico di lungo corso ed è anche uno studioso. Sa bene che riproporre tesi in parte già note e diffuse ha un senso unicamente se in appoggio alla propria ipotesi si apportano prove convincenti, obiettive ed esplicite. Sugli indizi si costruiscono ipotesi, e se dietro le ipotesi vi sono solo illazioni e deduzioni, sia pure ragionevoli e magari affascinanti, non si va lontano. A proposito del "paradigma indiziario" Carlo Ginzburg ha parlato chiaramente da tempo. Quando gli indizi sono sostituiti dalle prove, si possono costruire vere e proprie tesi. Attendiamo le tesi di Amato con viva ansia”.

Pasquino: “Che sia stato un missile che fosse stato lanciato da un aereo francese nel corso di un’operazione Nato era un’opinione abbastanza diffusa. Amato, quindi, ripete un’idea che già circolava in quei tempi”.

Perché, secondo lei, Amato parla solo ora?

Cardini: “Amato ‘correva’ per il Colle del Quirinale: e io, come suo amico, glielo e me lo auguravo. Non ce l'ha fatta, anche se non si può dire che i ‘premi di consolazione’ gli siano mancati. Ma il ‘Doctor Subtilis’, come sovente accade alle persone di valore, forse si sopravvaluta: e poi ci sono sempre gli imprevisti, l'imponderabile di Pareto. Ora, può darsi che Amato si trovi qualche sassolino nella scarpa: e invecchiando lo zoppicare è sempre più penoso. Scuoterseli è opportuno. Peccato che possa essere anche pericoloso”.

Pasquino: “Amato, come ha spiegato su Repubblica, arrivato a una certa età, sente l’urgenza di sapere la verità e che si sappia la verità su quello che è successo in quella tragica notte sui cieli di Ustica”.

Che effetti possono avere le parole di Amato?

Cardini: “Siamo abituati alle rivelazioni sconcertanti, alle prove schiaccianti, alle svolte definitive. Ne abbiamo avute a grappoli: a proposito dell' 'incidente' di Mattei, dell'assassinio di Kennedy, della faccenda del Cermis, della strage di Bologna, della caduta delle "Twin Towers" di New York, eccetera. Per la maggior parte di questi misteri irrisolti si finge di aver messo le mani sui mandanti quando, nella migliore delle ipotesi, si è acciuffato qualche vero o presunto esecutore, magari di seconda fila”.

Pasquino: “Amato, probabilmente, spera che il tema sia approfondito, però, mi pare che chieda ai francesi, che sono sempre stati molto sbrigativi e riluttanti nel dare i particolari, di fornire maggiori informazioni”.

Secondo lei, Macron aiuterà l’Italia ad arrivare alla verità?

Cardini: “Certo, come no? Esattamente come ha fino ad oggi aiutato l'Europa e il mondo a capire che cosa stava accadendo nella "sua" Africa occidentale, dove fino a ieri vigeva un regime postcoloniale francolobbistico per mantenere il quale a suo tempo non si è esitato a eliminare Gheddafi - che ne era diretto ed esplicito avversario - nel modo infame che sappiamo: un capolavoro del metodo democratico all'occidentale. Per fortuna, i militari del Niger e del Gabon ci stanno dando contributi migliori al chiarimento della situazione internazionale”.

Pasquino: “Macron certamente non è responsabile, ma in qualche modo deve sollecitare i suoi apparati di sicurezza e, a distanza di tanti anni, sarà difficile tirar fuori delle risposte adeguate. Immagino che quel che potrà fare lo farà”

Perché Amato può mettere in dubbio la sentenza su Ustica, mentre De Angelis non può esprimersi sulla strage di Bologna, visto e considerato che proprio l’ex premier socialista, proprio ieri, su quest’altro tragico evento ha parlato di “verità incompiuta?

Cardini: “Perché Amato non rischia ragionevolmente nulla e in cambio ha speranza e intenzione di rimettersi in gioco; De Angelis, se parlasse sul serio, forse dovrebbe parlare di persone e di circostanze un po' troppo vicine a lui. D'altronde, egli ha dichiarato che "tutti sanno" che i tre condannati più importanti per la strage non sono in realtà portatori di tanto speciali responsabilità Ciò non è esatto: forse lo sanno "quasi" tutti. Io, per esempio, non lo so. Ho chiesto in giro e ho riscontrato pari disinformazione in molti altri”.

Pasquino: “Giuliano Amato non sta mettendo in dubbio nessuna sentenza perché nessuna sentenza dice con certezza che c’era una bomba. Anzi, sta dicendo che molto probabilmente è stato un missile e che i francesi sanno chi ha sparato quel missile. Hanno omesso dei particolari e devono dirli. De Angelis sta mettendo in dubbio una sentenza passata in giudicato dopo sei processi. È un’operazione molto pericolosa.

Le due situazioni sono incomparabili”.

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