RomaOnorevole Ravetto che cosa non va nel termine amazzone?
«Spendo quotidianamente il mio lavoro e la mia immagine per il Pdl, l'ho fatto come sottosegretario ai Rapporti col Parlamento e oggi proseguo nel mio impegno nella veste di responsabile nazionale della Propaganda e componente della commissione Finanze e come me tutte le colleghe parlamentari. Di questo non si parla, non si riempiono le pagine dei giornali perché è meglio farci apparire come belle e nervose vestali. Sono più che infastidita dall'atteggiamento di quanti si danno da fare per ridurre le donne del Pdl a delle caricature. Ed è esattamente questo lo scopo di chi insiste a definirci amazzoni e per questo non posso accettarlo. Non solo non mi sento rappresentata da una simile immagine ma ritengo tale epiteto offensivo e lesivo nei confronti del ruolo delle donne in politica. Un modo di fare maschilista, quasi misogino».
Si aspetta l'intervento di qualche collega del Pdl in difesa del ruolo delle donne in politica?
«Mi aspetto una ferma presa posizione a difesa del lavoro delle donne del partito. Prima di tutto da parte di chi ha ampiamente beneficiato tra di noi della fiducia di Berlusconi, ricevendo rilevanti incarichi di governo, mi riferisco alle donne che sono state nominate ministro o dirigente di partito. Ma poi mi aspetto una reazione anche da parte di tutto il gruppo dirigente del Pdl».
Prima orfane poi amazzoni ma c'è una regia dietro questo fiorire di epiteti caricaturali?
«Berlusconi ha contribuito a valorizzare, grazie anche all'importante contributo delle vecchie guardie di An e Fi, tanti giovani donne ma anche tanti giovani uomini. Non mi sembra però di aver letto di presunti orfani o peggio ancora di giovani servi smarriti. Purtroppo, come troppo spesso avviene nella politica e nella vita, da qualche ora, alcuni fra gli stessi protagonisti di una stagione spesa al fianco di Silvio Berlusconi fanno a gara per distinguersi e per costruirsi un'improbabile nuova verginità politica. Io, come molti altri miei colleghi e colleghe, non sono e non sarò tra questi».
Pensa che qualcuno si sia affrettato troppo a liquidare il passato?
«Credo che l'archiviazione prematura di Berlusconi sia un errore di chi la pratica. Lo stesso segretario Alfano ha ribadito come la sua scelta generosa di non candidarsi alla presidenza del Consiglio, finalizzata non solo a favorire il ricambio generazionale ma anche a superare difficoltà di dialogo all'interno del centrodestra, non significano un passo indietro ma uno al fianco».
A dicembre sono state fissate le primarie: pensa si scatenerà una guerra intestina? Il clima all'interno del Pdl è infuocato.
«Da martedì, giorno in cui partirà il tavolo per fissare le regole, insieme a tutto il gruppo dirigente, lavorerò come sempre senza risparmiare energie per le primarie che non dovranno essere una guerra tra tribù ma l'occasione per far emergere la linea politica maggioritaria all'interno del Pdl. Il mio candidato per le primarie sarò quello che proporrà una linea di continuità con l'agenda Monti ma in una chiave di rivisitazione progressista».
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