Anche in Italia le ferie in regalo per solidarietà

Anche in Italia le ferie in regalo per solidarietà

Non sempre l'ambiente di lavoro è un covo di carogne (di Genny sono pieni gli stadi, ma pure gli uffici). Se quindi si è davvero fortunati, può accadere di trovare colleghi solidali.
Cos'è un «collega solidale»? Trattasi di una rarissima specie umana (tra gli animali la solidarietà è decisamente meno rara) caratterizzata da sentimento di fratellanza e vicendevole aiuto, materiale e morale. Tutte qualità che Rossella Cionini ha avuto la ventura di verificare lavorando per un'azienda pubblica che sembra fatta a posta per smentire certi stereotipi sui carrozzoni di Stato. Altro che egoisti e scansafatiche... I dipendenti della Ctt Nord - l'azienda di trasporto pubblico delle province di Pisa, Livorno e Lucca - si sono stretti attorno alla loro collega Rossella e hanno fatto in modo di renderle la vita un po' meno complicata. Una storia che ieri il quotidiano Il Tirreno ha, giustamente, messo in prima pagina. Titolo: «L'autista di bus tornata alla vita con le ferie regalate dai colleghi»; catenaccio: «La donna aveva subìto diverse operazioni ed esaurito giorni liberi e permessi per malattia. Gli altri dipendenti Ctt Nord hanno donato i loro per permetterle di curarsi e avere lo stipendio».
«Una storia edificante sul piano umano, ma per nulla eccezionale sotto il profilo del diritto - spiega al Giornale l'avvocato giuslavorista, Gabriele Fava -. Accordi di questo tipo, benché non disciplinati erga omnes dal contratto collettivo di lavoro, possono benissimo essere contemplati negli accordi aziendali di secondo livello, altrimenti detti contratti integrativi. È necessario ovviamente che ci sia l'accordo tra le parti e i sindacati e che ogni aspetto della normativa venga messa nero su bianco». Nei giorni scorsi, in Francia, il Senato transalpino recepito la «legge Mathis» che ratifica, in particolari «casi di necessità», la «donazione» di ferie tra colleghi. Scettico, sul punto, l'avvocato Fava: «Una scelta, forse, motivata più da ragioni “mediatiche“ che da effettive esigenze di carattere tecnico-giuridiche».
Ma torniamo alla vicenda di Rossella così come raccontata dalla cronista Francesca Suggi: «Ferie esaurite. Come anche tutti i permessi consentiti per legge che aveva utilizzato per far fronte a quel lungo calvario di interventi, dolore e sofferenza del suo male. Ma Rossella Cionini, autista della Ctt Nord, aveva bisogno di altri giorni, mesi, per curarsi: ecco che in soccorso arriva il cuore di oltre 250 colleghi che decidono di donarle un giorno a testa tra i loro ferie e permessi».
«Per me sono stati degli angeli custodi - sottolinea, piena di gratitudine, la signora Cionini -, sapevo che si stavano muovendo ma quando ho ricevuto la telefonata di una collega che mi informava del gesto ho cominciato a piangere». Rossella, che vive a Peccioli (Pisa), ha risoluto i suoi problemi di salute e ora è tornata in servizio alla guida dei suoi amati bus.
I vertici della Ctt Nord, correttamente, non hanno dato risalto al caso, limitandosi a ricordare che qui la «legge Mathis» rappresenta da anni una nobile prassi già utilizzata in passato per situazioni analoghe a quella della signora Cionini.
«Io sono stata malata per anni, dovevo operarmi con un'intermittenza di 2,3 mesi: poi la mia situazione si è aggravata e ho dovuto subire un'operazione a Roma per cui sono stata 13 ore sotto i ferri», spiega Rossella che oggi è anche candidata alle elezioni municipali di Peccioli in una lista civica. Per lei è dura ricordare la sua odissea. Che diventa ancora più drammatica nel 2013, quando esaurisce tutto quel che la legge le consente per stare a casa e percepire lo stipendio. Ed è in questa fase che i colleghi di Pisa, Valdera e Valdicecina si attivano: parte una sottoscrizione volontaria in cui chi vuole aderisce e mette a disposizione un giorno di ferie o di permesso.

Alla fine I giorni «donati» dai colleghi di Rossella sono pure avanzati, rispetto alle esigenze. «La cosa bella – chiude – è che queste ferie donate restano, in una specie di fondo, a disposizione di chi può avere seri motivi e averne bisogno».
Toccando ferro, ovviamente.

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