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Arresto a orologeria per Cosentino

Arresto a orologeria per Cosentino

RomaEstorsione e illecita concorrenza con l'aggravante del metodo mafioso. A dodici anni dai fatti contestati la procura di Napoli arresta - per la seconda volta - l'ex parlamentare Pdl Nicola Cosentino, questa volta per un'indagine sulle società di famiglia dell'ex sottosegretario all'Economia: Aversana Petroli, Aversana Gas e Ip Service.
A chiedere l'arresto - concesso dal gip Isabella Iaselli - per Cosentino e per i suoi fratelli Antonio e Giovanni, i pm napoletani Francesco Curcio, Fabrizio Vanorio e Antonello Ardituro: quest'ultimo già titolare con Woodcock dell'inchiesta che aveva portato in carcere l'ex coordinatore campano del Pdl a marzo del 2013, prima che a novembre un tribunale ne revocasse l'ordinanza di arresto. Oltre ai fratelli Cosentino, l'ordinanza ha colpito altre dieci persone, funzionari regionali e comunali e dipendenti della Q8: per tre di loro si aprono le porte del carcere, gli altri sette sono finiti ai domiciliari.
Le contestazioni al centro dell'indagine sono piuttosto datate. I fatti risalgono a una dozzina di anni fa, primi anni 2000, e ruotano intorno alle dichiarazioni di un imprenditore concorrente dei Cosentino, Luigi Gallo. L'uomo aveva ottenuto un'autorizzazione a costruire una stazione di servizio a Villa di Briano, comune adiacente a Casal Di Principe, dove a quel punto i Cosentino non avrebbero potuto aprire un loro impianto di rifornimento perché troppo vicini al concorrente. Per i pm, i Cosentino avrebbero comunque ottenuto una licenza e minacciato e intimidito l'imprenditore per spingerlo a mollare. L'ordinanza del gip riporta un episodio - risalente al 2002 - nel quale Cosentino e l'ex prefetto di Caserta Maria Elena Stasi (solo indagata) avrebbero convocato il sindaco di Villa di Briano Raffaele Zippo «intimandogli» di cacciare il geometra del Comune che aveva rilasciato l'autorizzazione al loro concorrente. «Tu devi allontanare il tecnico comunale perché è indiziato di reati di concussione», avrebbe detto Cosentino secondo Zippo, «mi sta dando fastidio. Se mi fai questo piacere - avrebbe aggiunto l'ex sottosegretario - ti sarò riconoscente, posso anche darti una mano politicamente, ti sto vicino, se ti serve qualcosa vieni qua». L'ordinanza del gip partenopeo sostiene l'esistenza di un «rapporto stabile» di «cointeressenza» dell'ex parlamentare «con il clan dei Casalesi», rapporto che secondo la procura di Napoli avrebbe portato al «divieto» imposto dai vertici del clan «di operare estorsioni ai danni degli impianti riconducibili ai Cosentino, a differenza di quanto avveniva per i loro concorrenti».
Il coordinatore campano di Fi, Domenico De Siano, si dice certo che la magistratura «farà piena luce sulla vicenda», ribadendo «stima» per Cosentino.

Non entra nel merito Daniele Capezzone, che ricorda come la custodia cautelare (che colpisce Cosentino per la seconda volta in 13 mesi) «dovrebbe rappresentare l'eccezione e non, come accade spesso, una procedura ordinaria».

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