I lavori per trasformare il centro sociale Askatasuna in un bene comune sono entrati nel vivo in queste ore, con l'inizio della pulizia e del riordino. Il patto con il Comune, quindi, procede nonostante lo stabile di viale Regina Margheria a Torino non sia mai stato sgomberato, com'era inizialmente previsto. Per tutto questo tempo è continuato a essere in uso al centro sociale e questo ha generato non poche polemiche, soprattutto per la natura dell'occupazione. Askatasuna è considerato uno dei centri sociali più violenti del Paese e anche l'ultima manifestazione non ha fatto eccezione: il "No Meloni Day" di Torino è stato caratterizzato da violenti scontri tra forze dell'ordine e manifestanti.
"Le polemiche sono funzionali e fisiologiche, questo è un processo collettivo ed è un progetto credibile. Se noi siamo qui da due anni, in mezzo a tutta una serie di problemi, difficoltà logistiche, politiche, è perché siamo riusciti a fare una bella squadra con le istituzioni, con l'Askatasuna stessa, con noi proponenti e garanti", ha dichiarato all'Ansa lo psichiatra Ugo Zamburru, che fa parte del gruppo di proponenti e garanti che ha fatto da intermediario col Comune, che con il sindaco Stefano Lo Russo vuole a tutti i costi portare avanti questo progetto, dando una forma di legittimità al centro sociale. Anche lo studente arrestato domenica dalla Digos di Torino per gli scontri del "No Meloni Day" è risultato essere legato ad Askatasuna. Tra manifestazioni di piazza e assalti no Tav, il centro sociale di viale Regina Margherita è da anni al centro delle cronache ma ora, invece, di procedere allo sgombero, il Comune di Torino ne legalizza la presenza.
"Le notifiche penali consegnate agli antagonisti dentro la palazzina inagibile avrebbero dovuto consigliare l'Amministrazione comunale a fare un passo indietro sulla regolarizzazione del centro sociale Askatasuna. Ora l'annuncio dell'avvio dei lavori e della raccolta fondi per finanziarli segna un picco di irresponsabilità senza precedenti per un Sindaco che un giorno predica bene sulla sicurezza ed il giorno successivo conferma ospitalità ai peggiori antagonisti d'Italia in un immobile comunale", ha dichiarato l’assessore regionale alle Politiche sociali Maurizio Marrone. "Noi tiriamo dritto sull'udienza fissata al TAR il prossimo 17 febbraio dove verrà discusso anche il ricorso dell'Avvocatura regionale, insieme a quello promosso da FDI, forti della pronuncia di accoglimento del Consiglio di Stato", ha concluso.
Il riferimento è alla Legge Regionale sui Beni Comuni, approvata nel 2024 in cui viene stabilito che i percorsi di co-progettazione e i patti di collaborazione per i beni comuni non possono riguardare immobili interessati da occupazione senza titolo (quindi occupati abusivamente) nei cinque anni precedenti alla stipula del patto stesso. Ma, in questo caso sta avvenendo con occupazione in corso.