Nel programma politico di Flavia Vento, uno dei punti imprescindibili è la liberazione di tutti gli animali dagli zoo. In attesa che la bionda e svampita show girl diventi presidente del Consiglio, qualcuno ha deciso che per il momento, tanto per abituarsi all'idea e per ribadire il concetto, è il caso di liberare anche gli animali... di plastica. Quel «qualcuno» sono gli attivisti dell'associazione «100% animalista», una sorta di Greenpeace prettamente zoologica e zoofila. I quali se la sono presa, con un'irruzione notturna, nientemeno che con la Lego. Sì, proprio l'azienda che produce e commercializza da decenni i famosi mattoncini che hanno accompagnato (e costruito) l'infanzia di milioni di bambini.
Alcune persone si sono introdotte, nella notte fra mercoledì e giovedì, nello stabilimento di Lainate, in provincia di Milano, della società danese per render noto con uno striscione il loro sdegno nei confronti delle confezioni di giochi colpevoli di istigare il bambino alla... cattività degli animali, prevedendo l'edificazione di zoo e addirittura di circhi. «Ci chiediamo come un nome prestigioso come la Lego possa aver partorito l'idea di produrre costruzioni diseducative di questo livello - commentano gli attivisti in una nota -.
Un gesto estremo e sopra le righe che qualche genitore «politicamente corretto» sicuramente approverà. Ma che ad altre mamme e papà suona come esempio di cattiva educazione. Non soltanto animalista.
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