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Atreju, la lezione di Chiara Francini alla Schlein: "Ecco perché ci sono andata"

In una lunga lettera alla Stampa la comica lancia un messaggio alla segretaria dem: "Le battaglie che contano non avanzano quando ci si rintana. Avanzano quando ci si espone"

Atreju, la lezione di Chiara Francini alla Schlein: "Ecco perché ci sono andata"
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Atreju, oltre ad essere la kermesse ufficiale dei giovani di Fratelli d’Italia, è un’occasione di dialogo tra la maggioranza e l’opposizione. Un'occasione sprecata da Elly Schlein, segretaria dem che ha disertato il confronto con la premier Giorgia Meloni. Una scelta criticata duramente anche da Chiara Francini, attrice e scrittrice, ospite dell’evento con il suo ultimo romanzo “Le querce non fanno limoni”, che parla di fascismo, Resistenza e Brigate Rosse.

In una lunga lettera alla Stampa la comica toscana lancia un messaggio alla Schlein: “Le battaglie che contano - quelle per i diritti delle donne, delle persone omosessuali, transgender, dei malati, dei poveri, degli ultimi, di chiunque abbia avuto meno voce - non avanzano quando ci si rintana. Avanzano quando ci si espone. Quando si attraversano i luoghi che sembrano lontani e si porta lì la propria storia, la propria verità, la propria idea di giustizia e la propria presenza. I diritti crescono nella luce. Non nei pozzi. Non nelle assenze che non sono coraggiose, ma prudenti. E il dialogo - quello vero - è la forma più alta di responsabilità. E di rischio. Perché dialogare significa accettare di essere fraintesi, contestati, messi in discussione. Ma significa anche tenere in mano la possibilità più bella e scomoda di tutte: capire. E la comprensione è una rivoluzione lenta, ma irreversibile”. Il riferimento è proprio al dialogo con la leader di Fratelli d’Italia che, anche questa volta, è saltato.

Poi, raccontando la sua esperienza, Francini inchioda chiunque si sottragga al dialogo democratico. “Viviamo in un tempo che ha bisogno di semplificare, di ridurre tutto. Ogni gesto, ogni parola viene soffocata in strettoie che tolgono luce, spirito critico e dignità. Le parole devono essere arruolate, inchiodate a un ‘pro’ o a un ‘contro’.

Vai ad Atreju: ‘sei dei loro’, sei fascista. Vai alla Festa dell’Unità: sei comunista. Se non butti giù e ingoi le due uniche possibilità che ti vengono concesse, sei strana, indecisa, non sei chiara. Ma la realtà è un fatto complesso”.

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