"È un momento bello, emozionante. Un ritorno a casa, se me lo consentite. Diciassette anni dopo Atreju e 32 anni dopo il confronto televisivo trasmesso mille volte con Francesco Rutelli... il tempo passa in fretta". Queste le prime parole di Gianfranco Fini all'inizio del confronto con Francesco Rutelli ad Atreju, a distanza di 32 anni dalla loro sfida alle elezioni amministrative per la poltrona di sindaco di Roma.
Nella sala principale, oltre cinquecento persone stanno seguendo il confronto, moderato dalla giornalista de Il Giornale Hoara Borselli, che rievoca la sfida elettorale del 1993 intitolato "Trentadue anni dopo. È cambiato (quasi) tutto in Italia e nel mondo. Quale bilancio e quali prospettive? Le opinioni di due protagonisti di quella svolta"."L'intuizione e politica fu quella di dire: ci candidiamo per dimostrare di saper governare. Forse eravamo presuntuosi, ma in precedenza sindaci con la fiamma tricolore del Msi erano stati eletti. Non era caduto solo il muro di Berlino ma la discriminazione della destra. Nuotavamo in mare aperto", ha detto Fini ricordando il momento in cui annunciò la sua candidatura. Il terzo incomodo era il prefetto di Roma Carmelo Caruso, candidato di una Dc in forte declino, che nel pieno della campagna elettorale, durante un derby Roma-Lazio, disse: "non prendo posizione, io tifo un tempo per una quadra e l'altro per un'altra". Fini ha ricordato: "Fu insultato dalle tante radio che a Roma campano di calcio. Fu la riprova che la Dc aveva perso il contatto con la società".
Francesco Rutelli, dal canto suo, ha subito ironizzato:"Com'è quella serie? Ritorno al futuro? Ritorno al futuro è il suo. Sapevo che sarei venuto per un tributo a un fondatore e a un rinnovatore di questa vicenda politica. Ripercorrere la vicenda dell'elezione 1993 è un pretesto per farlo tornare qua. Io sono un'esca". Fini ha prontamente replicato:"Che Rutelli possa essere un'esca? No". L'ex sindaco di Roma, poi, ha parlato anche dell'attuale presidente del Consiglio:"Rispetto Meloni. Si trova a dover gestire un momento di cambiamento geopolitico e strategico, pensiamo a Europa, Stati Uniti, Ucraina, Russia, Medioriente... Il mondo sta cambiando in termini dirompenti, chi governa ha una necessità di tenere un equilibrio". E ha aggiunto: "Ragioniamo in positivo, Gianfranco, sulle cose che si possono condividere, su alcuni grandi temi si può andare oltre la competizione brutale, di qua o di là". Secondo Rutelli, "sarebbe saggio trovare, nella differenza fra maggioranza e opposizione, alcune aree in cui l'opposizione scelga di trovare una convergenza nei punti di utilità per il paese, che non significa fare pastrocchi". Ed è proprio sull'opposizione attuale che Rutelli lancia una frecciatina quando Borselli gli chiede se si riconosce in questo centrosinistra: "Faccia la domanda successiva". E poi ha aggiunto: "Ho scritto un libro sui segreti di Roma. Faccio come l'arcangelo. Rinfodero la spada perché è finita la peste". Al contrario, Fini, invece, non esitato a rispondere che lui sì, si riconosce in questo centrodestra e poi ha ammesso i suoi sbagli: "Mi sono pentito di aver posto le condizioni che mi hanno portato a ritrovarmi incompatibile col Pdl. Le condizioni che avevo creato lo scioglimento di An nel Pdl. Ma non era più possibile continuare ad assecondare in modo quasi obbligato... Non mi sono mai fatto comandare da nessuno".
E ancora: "Non ho chiesto e non chiedo nulla, lo sanno Arianna e Giorgia. Ma un merito che ho riconosciuto a Meloni è quello di aver ricostruito questa comunità. Mi ci riconosco, l'ho votata, anche se non condivido tutto, al 100%".