Autogol maschilista di Bersani "Il Pdl candida le bambole"

Il leader del Pd nella foga di insultare Berlusconi umilia le rappresentanti azzurre. Lo sdegno delle dirigenti del centrodestra: parole spregevoli

Autogol maschilista di Bersani "Il Pdl candida le bambole"

Una cosa è certa: a Pierluigi Bersani, oltre ai giaguari, piacciono anche le bambole. Lui però si limita a pettinarle, mentre il Cavaliere le gonfia e poi le porta in Parlamento. Mario Monti invece si astiene da entrambi gli hobby e rimbrotta ai suoi due più coloriti competitor un certo cattivo gusto.

Ci mancava solo la «questione bambole» ad animare la deprimente campagna elettorale in corso, ormai entrata nel cono d'ombra di eventi più appassionanti quali il festival di San Remo e le dimissioni papali. Sarà forse nell'intento di ricatturare l'attenzione che ieri, al candidato del centrosinistra, è un po' scappata la mano: «Avremo un rinnovamento dei due terzi dei nostri deputati, e in Parlamento noi portiamo il quaranta per cento di donne - si è vantato - A Monti chiedo: tu quante ne eleggi? E a Berlusconi invece dovrei dire: tu quante bambole porti?».
Insomma, par di capire che solo quelle messe in lista dal Pd sono «donne» a 24 carati, e non gadget sessual-elettorali: quelle di Monti non sono, e quelle del leader del centrodestra sono tutte donne-oggetto, pin up da calendario, signorine di facili costumi, odalische del sovrano, «bambole gonfiabili» appunto. In blocco. Perché, spiega Bersani, il Cavaliere ha un modo «malato» di vedere le rappresentanti del sesso femminile: «Per come ragiona, per come si esprime, per la malattia che ha in testa dovrei dire così, “quante bambole”?». Poi si accorge di aver forse esagerato e frena: «Su questo non dico niente, ci penserà il 40% di donne elette dal Pd a massacrarlo», promette. Lasciando immaginare un nugolo di deputate infuriate (comprese le numerose «mogli di» messe in lista, tipo le mogli dei consiglieri regionali del Lazio non ricandidabili causa scandali ma sostituiti dalle consorti) pronte a dar la caccia al boccaccesco Cavaliere nei corridoi di Montecitorio.

Intanto le candidate parlamentari del Pdl si irritano non poco ad essere classificate come «bambole», magari pure gonfiabili, dal candidato premier del centrosinistra. «Bambola sarà sua sorella», sbotta Daniela Santanchè. Per Beatrice Lorenzin si tratta di «dichiarazione spregevoli» che «rivelano un maschilismo e una misoginia insopportabili». «Da chi si riempie la bocca di parole sul rispetto verso le donne - tuona Barbara Saltamartini - e sulla piena partecipazione delle donne in politica, permettendosi di dare lezioni, non accettiamo un'offesa cosi grave». Mentre Mariastella Gelmini annuncia: «Noi donne del Pdl siamo orgogliose di stare con Silvio Berlusconi e non con una sinistra vecchia, sterile, retrograda».

Nella polemica interviene anche Mario Monti, prendendo le distanze dai due contendenti e dalla polemica da bar sulle bambole: «Non credo sia stato un lapsus o una trasgressione inconsapevole.

Credo che sapesse di toccare corde molto vive nella psicologia maschile del nostro Paese», dice del Cavaliere e del suo siparietto pruriginoso con la dipendente di Green Power (che ieri si è detta «imbarazzata, come donna e come madre» dalle battute del Cavaliere). Quanto a Bersani, secondo Monti «gli ha giustamente ribattuto, ma con un'immagine (quella della bambola gonfiabile, ndr) non bellissima per la donna». Equidistante.

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