Sarebbe quasi un golpe. Un evento che farebbe imbufalire il centrodestra. Un passaggio che per ora rientra nel campo della fantasia, ma si sa, in Rai tutto può accadere. E così, da alcuni giorni sono cominciate a circolare voci incontrollate in base alle quali Ballarò, il programma fiore all'occhiello della sinistra, sarebbe pronto al grande balzo su Raiuno, sul primo canale, quello (ancora) più visto, quello delle famiglie, delle fiction, del Papa e di Porta a Porta. Il teorema sarebbe questo: in caso si torni alle urne (e presto o meno presto si farà), l'asse Monti-Pd - che in Rai si traduce nel direttore generale Gubitosi - vorrebbe approntare un parterre di trasmissioni che tengano la sponda al centro sinistra. E i corollari sarebbero questi: mentre il talk di punta di Raitre sarebbe promosso sull'ammiraglia, quello di Raidue L'ultima parola di Gianluigi Paragone, giudicato anti montiano, otterrebbe un trattamento opposto: relegato in seconda serata nonostante i tentativi di portarlo in prime time, sempre sul secondo canale. Pure Vespa subirebbe lo stesso trattamento (niente più sbarchi in prima serata), mentre Agorà, programma mattutino di Raitre, condotto da pochi giorni da Gerardo Greco, sarebbe destinato ad andare al posto di Ballarò.
Il direttore di Raiuno, Giancarlo Leone, bolla tutte queste ricostruzioni come scherzi da «primo aprile che si avvicina». Certo, da un punto di vista politico, l'ipotesi è di difficile realizzazione: scatenerebbe un putiferio. Dal punto di vista editoriale, invece, non sarebbe così assurda: gli ascolti del talk sono da primo canale, come ha dimostrato ancora una volta martedì (19% di share con 5 milioni di spettatori) quando Raitre è arrivato in testa a tutte le reti. E il trasloco sarebbe un gradito aiuto per gli asfittici risultati di Raiuno. Forse, per questo, qualche parola è sfuggita a qualcuno nei corridoi di viale Mazzini ed è finita su Lanotiziagiornale.it. In attesa di vedere se l'ipotesi arriverà realmente sul tavolo di Gubitosi, di certo si sa che nella testa del direttore generale campeggia l'ostilità verso Paragone. Non ci può essere nulla di più lontano tra il dg e il giornalista che si è convertito da militante leghista a rocchettar-grillino. Se potesse, Gubitosi lo cancellerebbe dal palinsesto, e con lui lo spazio dato alle istanze portate avanti dal Movimento 5 Stelle. Nella sostanza, Paragone ha fatto un timido tentativo per sbarcare in prima serata qualche settimana fa sul secondo canale - dove da anni c'è il vuoto informativo - con l'obiettivo di ripetere l'esperimento se avesse funzionato: ascolti discreti (7,6%), ma stop dato subito dal dg. Che, peraltro, è pieno di grattacapi.
Ieri, Augusto Minzolini, ha ribadito ai microfoni de La zanzara di Radio24 di voler tornare a dirigere il Tg1, dopo essere stato assolto, posto ora occupato da Mario Orfeo.
«Dalla direzione del Tg1 mi hanno tolto dicendo che ero ladro, io su questo non tratto: mi devono rimettere lì, in quel posto. A New York non ci vado (si riferisce all'offerta di fare il corrispondente)». Problema spinosissimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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