"Basta premiare i furbetti. Cambieremo la legge per tutelare i nostri autori"

Il sottosegretario alla Cultura: «L’opposizione ha fatto un autogol. Noi aumenteremo il tax credit per produzioni che impiegheranno artisti italiani

"Basta premiare i furbetti. Cambieremo la legge per tutelare i nostri autori"
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Il sottosegretario del ministero della Cultura Lucia Borgonzoni, leghista, promette di modificare la legge sul finanziamento alla filmografia.

La legge sul finanziamento alla filmografia cambierà. Con tutta evidenza, quel che è accaduto con il film della Cortellesi è la riprova che qualcosa non ha funzionato.

«Sì, cambierà, metteremo nuove regole differenziando sempre più i criteri di assegnazione e tutelando l’autorialità delle opere, chiedendo alle produzioni più commerciali di restare nelle nostre sale per più tempo. Aumenterà notevolmente la sensibilità del governo alle opere prime, come doveva essere per questo film della Cortellesi che reputo bellissimo. La legge per come è adesso, purtroppo, permetteva a troppi di fare i furbetti mentre con la nuova legge incrementeremo con altri finanziamenti e punteggi dedicati a storie di personaggi italiani che raccontano il nostro paese, per evitare situazioni come per il film «Ferrari» dove il grande saper fare italiano, purtroppo, era solo nel titolo».
La sinistra da una parte loda il film della Cortellesi, dall’altra si è dimenticata di finanziarlo.

Siamo all’ennesimo caso di doppiopesismo?

«Il film della Cortellesi ha preso solo l’agevolazione del tax credit, che viene erogata in automatico, la commissione voluta dal precedente ministro ha bocciato l’assegnazione di fondi per questo film. Davvero paradossale se pensiamo che hanno scelto di tirare fuori il 24 novembre, il giorno prima della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, questo presunto attacco al ministero senza rendersi conto che hanno attaccato loro stessi. La retorica che hanno portato avanti di penalizzazione della donna da parte della destra, l’hanno esercita loro stessi per primi, dando i fondi ai film di uomini e fermando dei film che meritavano certamente i finanziamenti. Inoltre a fine settembre abbiamo attivato un progetto di educazione nelle scuole con un fondo pari a 22 milioni di euro per l’educazione all’immagine e per la prima volta abbiamo inserito premialità per storie che sensibilizzano al tema della violenza contro le donne».

Come intende cambiare la legge? Più tutela per le nostre produzioni?

«Più tutele certamente, aiutare sempre di più i nostri artisti, stiamo lavorando moltissimo sulla questione di aggregazione di impresa. Abbiamo incontrato diversi produttori proprio su questo aprendo dei tavoli di confronto, lavoreremo molto sulle storie italiane e aumenteremo il tax credit per le produzioni internazionali che sceglieranno di utilizzare attori, attrici, sceneggiatori e registi italiani».

Il tema della violenza sulle donne è bipartisan, ormai questo è chiaro. Il centrodestra ha accolto in parte le richieste della Schlein. A parti contrarie, con ogni probabilità...

«Basta vedere cosa è stato fatto con questo film, volevano fare un gran clamore imputando a questo governo di non aver finanziato un film come questo e invece stiamo osservando un triste epilogo».

Il dibattito sul patriarcato impera. Ma è davvero questo il problema che attanaglia le relazioni tra sessi?

«Purtroppo c’è un problema ancora più grande, dovremmo insegnare e sensibilizzare le nuove generazioni ad accettare un rifiuto, un “No”, accettare anche una delusione. C’è sicuramente, in alcuni ambienti e in determinate situazioni, un retaggio maschilista ma più di tutto dobbiamo lavorare sulle nuove generazioni.

Ormai con l’esposizione sui social che ognuno di noi ha, ogni sconfitta, delusione, difficoltà propria diventa pubblica, collettiva e condivisa con un pubblico apparente. Va affrontato subito questo tema con i più giovani».

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