F osse stata definitivamente archiviata la scorsa settimana, ora non sarebbe uno dei principali problemi di cui si discute in Forza Italia. Invece, nonostante la nota tranchant con cui venerdì scorso Silvio Berlusconi confermava il patto del Nazareno e di fatto chiudeva il confronto sulle riforme dentro il partito dopo la riunione fiume del giorno prima, ancora ieri tutti a disquisire se si sarebbe fatta oppure no una seconda plenaria degli eletti azzurri per giocare i tempi supplementari. Incontro inizialmente in programma per ieri e già slittato una volta. Prima si pensava di rinviarlo ad oggi, poi l'idea sembrava quella di derubricarlo ad una semplice riunione dei senatori (senza deputati ed europarlamentari) e infine complici i lavori d'Aula che hanno dato la scusa per un ulteriore rinvio neanche quello. Tutto in stand by. Ma solo fino alle otto di sera quando è ritornato in agenda il faccia a faccia con i soli senatori.
Usare il termine «confusione», insomma, sarebbe per molti versi un eufemismo. Anche se la verità di tanta indecisione è una sola. Le riunioni, ripeteva ieri Berlusconi a chi ha avuto occasione di sentirlo, «si fanno solo quando c'è qualcosa da decidere». E non è ovviamente questo il caso, visto che il patto del Nazareno non solo non è in discussione ma è al momento blindatissimo.
Ecco perché il leader di Forza Italia non guarda con particolare eccitazione ad una nuova riunione in cui ascoltare nuovamente le ragioni di chi sostiene l'esatto contrario. Senza contare il rischio che possa diventare uno sfogatoio dei tanti insoddisfatti dalla linea tenuta dal partito in questi mesi. Tra questi, è noto, c'è l'eurodeputato Raffaele Fitto che proprio ieri ha avuto a piazza San Lorenzo in Lucina un lungo incontro con Denis Verdini per cercare di trovare un punto di equilibrio. Con il secondo a chiedergli di non alzare polveroni e il primo a rispondere che no, non ce ne sarebbero stati, ma solo a patto che la riunione alla fine si tenga e si aperta non solo ai senatori ma pure a deputati e parlamentari europei. Pare, insomma, che le posizioni siano restate piuttosto distanti.
Come un Berlusconi che ieri era con la testa più sulle vicende giudiziarie che su altro. L'ex premier, infatti, ha preferito restarsene in quel di Arcore in attesa della decisione sul processo Mediatrade che vedeva coinvolto il figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri. Una sentenza di assoluzione che ha fatto tirare un sospiro di sollievo al leader di Forza Italia, rincuorato dal fatto che quella che considera una vera e propria persecuzione giudiziaria non si sia allargata anche alla sua famiglia. La conferma - secondo l'ex premier che però pubblicamente si guarda bene dal fare qualunque dichiarazione in ottemperanza ai vincoli imposti dal regime di affidamento ai servizi sociali di quanto errata sia la condanna ricevuta per il processo Mediaset, visto che tutti gli altri imputati coinvolti in quel troncone d'inchiesta sono stati assolti.
A Roma, invece, Berlusconi è atteso oggi. Per l'incontro con i senatori (se alla fine si terrà) e soprattutto per la cena di raccolta fondi organizzata alla Casina di Macchia Madama dal tesoriere azzurro Maria Rosaria Rossi. Oltre cinquanta tavoli da dieci coperti l'uno, con ogni «capotavola» (tra gli altri Deborah Bergamini, Annagrazia Calabria, Mara Carfagna, Luca D'Alessandro) che porterà nove commensali.
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