Berlusconi è convinto che "se si rivotasse saremmo in grado, secondo gli ultimi sondaggi, di prevalere sia alla Camera che al Senato". Lo scrive in un messaggio ai simpatizzanti registrati al sito Forzasilvio.it. Ma il Cavaliere spiega anche che una forza politica seria deve saper guardare oltre il proprio interesse: "Il ricorso alle urne entro giugno non rappresenta la nostra prima scelta perché noi sappiamo bene che la cosa più urgente è far uscire il Paese dalla crisi nel tempo più breve possibile. Noi riteniamo quindi prioritario ed anzi, indispensabile, - sottolinea il leader Pdl - dare vita subito a un governo stabile e forte".
Per sbloccare lo stallo, dunque, le forze responsabili devono rimboccarsi le maniche e fare un percorso insieme, per il tempo minimo necessario. Questa è la strada maestra, un governo di grande coalizione per il tempo strettamente necessario. Il Cavaliere lo spiega in modo che più chiaro non si può: "Per prendere le misure necessarie e urgenti per uscire da una austerità rovinosa e per far capire in Europa e ai mercati che l’Italia c’è abbiamo dichiarato di essere disponibili a far nascere un governo di coalizione guidato da un rappresentante del Pd". Poi mette le mani avanti: "Soltanto se il Partito Democratico dirà no a questa soluzione - ribadisce - si dovrà ricorrere alle elezioni anticipate. Insisterò su questo e su molto altro sabato 13 aprile a Bari, in quella piazza dove siamo già stati e che mi è cara anche per il suo nome: Piazza della Libertà".
"Come sapete bene - prosegue il leader del Pdl - non chiedo nulla per me, né ruoli istituzionali né ruoli di governo. Chiedo solo di poter continuare a svolgere il compito che mi è stato affidato ancora una volta dai nostri elettori e cioè quello di tenere unito il centrodestra e di contribuire a far uscire il nostro Paese da questa crisi che è la più grave dal dopoguerra ad oggi".
E sulla massima carica dello Stato Berlusconi ribadisce la posizione del suo partito: "Di fronte alla tripartizione paritaria dei voti uscita dalle elezioni, è impensabile che la sinistra si appropri di tutte le cariche istituzionali.
Anche in questo caso ci siamo resi disponibili ad una scelta comune, perché il Presidente della Repubblica deve rappresentare un fattore di unità e di garanzia per tutti e non un ulteriore elemento di divisione". Una scelta comune, appunto, che non significa mettere il cappello sulla poltrona del Quirinale. Ma solo condividere la scelta del candidato con le altre forze politiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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