Il capo della coalizione di centrodestra tace, ma tanto c'è il presidente del Milan che può parlare in vista del derby con l'Inter. L'assist perfetto arriva dal big match in programma oggi a San Siro. Così, Silvio Berlusconi va a ruota libera su Allegri, Balotelli e le prospettive dei rossoneri in campionato e in Champions. E, ovviamente, non solo. «Da noi attacca - la magistratura è una mafia più pericolosa della mafia siciliana, e lo dico sapendo di dire una cosa grossa». E ancora: «In Europa hanno messo in giro la storia che ero irriso perché qui in Italia mi hanno fatto un attacco con il Bunga Bunga che è un'operazione di mistificazione e diffamazione. Da 150mila intercettazioni telefoniche non è venuto fuori un reato».
Lo fa a Milanello nel giorno del silenzio elettorale, scatenando le reazioni sdegnate del centrosinistra che punta il dito non solo sul Cavaliere ma pure su un Mario Monti che regala il migliore spot elettorale di queste elezioni presentandosi a Fiumicino ad accogliere i due marò in arrivo dall'India. Un Berlusconi che con la testa è già al voto di oggi e che punta soprattutto su Monti e Antonio Ingroia. I sondaggi, infatti, ormai sono quasi incomprensibili poiché forniscono indicazioni divergenti e in molti casi discordanti. La certezza, però, è una. Se Scelta Civica e Rivoluzione civile dovessero come è possibile - restare sotto lo sbarramento (il 10% per Monti che è in coalizione con Udc e Fli, il 4% per Ingroia) il Pdl, in caso di sconfitta alla Camera, rastrellerebbe comunque un dignitosissimo numero di voti. E salirebbe dai previsti cento seggi a qualcosa come 120-130. Ecco perché a via dell'Umiltà si guarda con una certa attenzione ai destini del Professore e di Ingroia, che se davvero restassero fuori dal Parlamento potrebbero cambiare completamente la prospettiva del centrodestra anche nel caso di sconfitta. In serata il Cavaliere precisa («La grande maggioranza dei magistrati è onesta e irreprensibile»), mentre Ingroia invoca l'intervento del Colle.
A Milanello Berlusconi parla di calcio, certo. Ma quando i giornalisti gli chiedono della politica nazionale non si sottrae. «Sono molto orgoglioso di questa campagna elettorale in cui ho combattuto dall'inizio alla fine senza mai fermarmi», dice. E ancora: «Mi avevano detto che io temevo gli incontri con gli avversari nelle cosiddette fosse dei leoni, ma io ho smentito tutti andando da Santoro, da Floris e dall'Annunziata». Nonostante la mia età, aggiunge, «non ho perso un colpo e sono riuscito a trasmettere le mie idee agli italiani per contrastare la politica economica di questo governo». C'è tempo anche per un affondo a Monti.
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