E ra questione di tempo. E Silvio Berlusconi lo sapeva. Da diverse settimane, infatti, al centro dei discorsi del Cavaliere c'erano le future mosse di Matteo Renzi. «Vedrete che non si farà logorare», ha ripetuto in privato negli ultimi giorni chissà quante volte. E l'intervista del sindaco di Firenze a Repubblica gli è parsa niente più della conferma che la linea dettata apparsa a molti dei suoi un po' troppo «attendista» fosse in realtà quella giusta da seguire. Perché dopo aver dovuto gestire seppure con esiti diversi - le separazioni in casa sua (quella nel Pdl e quella nel Milan), l'ex premier era certo che presto le contraddizioni interne al Pd sarebbero esplose. Così è stato. Peraltro in maniera ben più eclatante di quanto lo stesso Berlusconi avrebbe potuto fino a ieri immaginare.
Ecco perché a chi ha avuto occasione di sentirlo ieri l'ex premier non ha lesinato critiche. «Nessuno a darmi retta quando dicevo che sarebbe stato Renzi a mettere in difficoltà il governo. Non so come finirà, se davvero l'esecutivo andrà a casa o se riuscirà a galleggiare. Ma ragiona il Cavaliere in privato - è chiaro che avevo ragione io a dire che l'unico che può far implodere le contraddizioni del governo Letta è Renzi». Un Berlusconi all'attacco, convinto che ormai la palla di un'eventuale crisi di governo sia solo e soltanto nelle mani del futuro segretario del Pd. Perché è il senso delle considerazioni degli ultimi giorni ormai sia noi che Beppe Grillo siamo all'opposizione e questo esecutivo è tenuto in piedi solo da Renzi. Insomma, «è a lui che spetta decidere il futuro di Enrico Letta». Con buona pace per Angelino Alfano e per chi l'ha seguito nell'avventura del Nuovo centrodestra, si è fatto scappare ieri il Cavaliere nel corso di una telefonata.
In effetti, a guardare Il Mattinale di ieri la nota politica curata dagli uffici di Renato Brunetta che arriva a tutti i parlamentari di Forza Italia la lettura che viene data all'intervista di Renzi è piuttosto tranchant. Il sindaco di Firenze viene infatti definito «il nuovo padrone del Pd e perciò del Parlamento e del governo». Colui che «detta le condizioni a Letta, ad Alfano e al Quirinale». Non a caso pare che perfino il Cavaliere si sia piuttosto divertito a vedere in televisione il suo ex delfino intento a difendere Letta e ad attaccare Renzi. Perché, questa è la sensazione dell'ex premier, ormai Alfano e il Ncd si stanno schiacciando sulla sinistra filogovernativa di Enrico Letta e del Quirinale. Una condizione «insostenibile» di fronte all'elettorato di destra ma pure di centro e di sinistra e destinata a sbattere contro la campagna elettorale per le elezioni europee (in programma a fine maggio) che sarà senza esclusione di colpi.
Berlusconi, insomma, è convinto che alla fine «la contraddizione Renzi-Letta non è conciliabile». Ecco perché al di là delle Europee il Cavaliere è concentratissimo sulla prossima campagna elettorale. Perché non esclude che il voto possa riguardare anche le politiche. Ed è convinto che i margini di manovra al di là del fatto che Renzi partirebbe inevitabilmente favorito siano piuttosto ampli. Ecco perché l'8 dicembre giorno delle primarie del Pd Berlusconi è deciso a lanciare in pompa magna i club Forza Silvio. Appuntamento a Roma all'Auditorium della Conciliazione, puntando su energie e volti nuovi. Obiettivo radicarsi sul territorio e preparare il campo per le elezioni. Di certo quelle Europee.
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