«Si illudono se pensano di silenziarmi». Dopo giorni di sordina, Silvio Berlusconi decide di spingere sull'acceleratore. Lo fa in privato, dando il suo benestare a Giovanni Toti per perorare la causa della sua candidatura alle elezioni europee con l'obiettivo di rimettersi al centro del dibattito e mandare un messaggio chiaro a chi si augura che dal 10 aprile il Cavaliere finisca all'angolo. Già, perché è quella la data in cui i giudici di Milano decideranno se affidarlo ai servizi sociali oppure dargli gli arresti domiciliari, decisamente più stringenti non solo sul piano della libertà personale. L'ex presidente del Consiglio, infatti, avrebbe problemi anche solo a rilasciare interviste o fare le consuete telefonate ai vari appuntamenti elettorali di Forza Italia in giro per l'Italia (come quelle di ieri a Montecatini e Vicenza).
Anche in pubblico, però, Berlusconi è più netto del solito. Perché al Toti che assicura un Cavaliere «in campo» seguono le parole del diretto interessato. «Sarò felice dice a tarda sera in un collegamento telefonico - di candidarmi nelle cinque circoscrizioni che sempre mi hanno dato tra i 600 e i 700mila voti ciascuna. Spero di poter avere velocemente una risposta dalla Corte europea». Berlusconi, insomma, vuole esserci, nonostante la legge Severino sia piuttosto chiara sul punto escludendo la possibilità di una candidatura non solo alle elezioni nazionali ma pure alle prossime europee.
Il leader di Forza Italia, ovviamente, questo lo sa bene. Ma non vuole tirarsi indietro e, soprattutto, è pronto a sollevare il caso in Europa affinché diventi argomento di dibattito. «Che io non mi possa candidare è un sopruso senza precedenti. Tanto che si sfogava in privato due giorni fa - anche nel Ppe non hanno nulla in contrario, anzi». E siccome Forza Italia, con i suoi 14 eurodeputati (al netto della scissione con Ndc, quindi destinati a salire a 17-18), è il secondo contribuente del Partito popolare europeo dopo la Cdu tedesca, il Cavaliere ha deciso di spingere in questo senso anche per mettere gli alleati europei davanti alle loro responsabilità. Così nel simbolo dovrebbe esserci la scritta «Berlusconi», così da «contare» le preferenze «per volontà manifesta» anche se l'ex premier non si potrà effettivamente candidare.
C'è da dire, poi, che in queste settimane di opposizione «responsabile» a Matteo Renzi l'approccio del Cavaliere è stato piuttosto low profile. E dunque quella della candidatura in Europa è anche un modo per riprendere il centro della scena e rimettersi in corsa altrimenti confidava in privato rischiamo di «arrivare terzi» dopo Partito democratico e Movimento 5 Stelle. Il tutto in vista, ovviamente, di quel che accadrà il 10 aprile. «Attendo di sapere se dovrò andare in carcere, ai domiciliari o ai servizi sociali», dice nell'intervento a Montecatini. Per poi aggiungere che quella dei servizi sociali è la soluzione «più ridicola per una persona della mia età che certo non ha bisogno di essere riabilitata attraverso l'assistenza sociale».
Anche se il vero timore è per il regime più o meno restrittivo che decideranno i giudici. Sia nel caso di servizi sociali che di domiciliari, infatti, il magistrato di sorveglianza potrebbe stabilire regole stringenti al punto dall'impedirgli non solo di incontrare persone, ma pure di telefonare o semplicemente fare una passeggiata fuori dalle mura della residenza di Arcore.
Ecco perché a chi ha occasione di sentirlo al telefono il Cavaliere ci tiene a ripetere che non si farà «silenziare». Anche perché Berlusconi è convinto che la campagna elettorale nazionale non sia lontana. «Immagino le elezioni fra un anno, un anno e mezzo al più tardi», dice alla platea del Palacongressi di Montecatini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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