Con Berlusconi al governo 12,7 miliardi dagli evasori

Con Berlusconi al governo 12,7 miliardi dagli evasori

RomaLa tragedia dell’artigiano che si sentiva braccato dal fisco, tanto da darsi fuoco davanti alla sede bolognese dell’Agenzia delle Entrate, aleggia sulla conferenza stampa in cui il direttore dell’agenzia, Attilio Befera, illustra i risultati della lotta all’evasione nel 2011. «Siamo estremamente dispiaciuti per quanto è accaduto a Bologna, seguiremo direttamente questa situazione per non creare ulteriori problemi», dice Befera augurando a Giuseppe C. di riprendersi presto. Ma aggiunge anche che «in momenti di difficoltà economica e di crisi finanziaria episodi di questo genere possono purtroppo accadere». Per questo motivo l’agenzia chiede a tutti i dipendenti «il massimo rispetto nei confronti dei cittadini».
L’anno scorso, col governo Berlusconi al timone per oltre dieci mesi, il Fisco ha effettivamente incassato 12 miliardi e 700 milioni di euro dal recupero dell’evasione, circa un miliardo e 700 milioni in più rispetto al 2010. La maggiore imposta accertata è stata pari a 30 miliardi e 400 milioni di euro contro i 27 miliardi e 800 milioni del 2010. Un aumento che ha interessato trasversalmente l’intera platea dei contribuenti, dalle grandi imprese alle aziende di piccole dimensioni, dai lavoratori autonomi ai professionisti e dipendenti. Un risultato che è stato raggiunto anche a fronte di una lieve diminuzione degli accertamenti. Ormai il Fisco ha l’occhio allenato e sa dove mirare, in particolare sulle grandi imprese dalle quali è stato incassato il 31% delle somme riscosse. «Disturbiamo di meno i contribuenti onesti», osserva Befera.
Il direttore delle Entrate si augura di raggiungere quest’anno risultati migliori nella lotta all’evasione. Allo stesso tempo spera che migliori anche la tax compliance, l’osservanza fiscale da parte dei contribuenti. «La cultura sta cambiando, cambia il modo di vedere l’evasione in Italia, e gli evasori incominciano a riflettere se davvero ne valga la pena», rileva. Né i risultati finora raggiunti, né una maggiore fedeltà tributaria, sono però sufficienti ad indurre l’agenzia ad interrompere i blitz stile Cortina. Continueranno come attività «ordinaria». Non ci saranno, invece, «bollini blu» o targhette di altro tipo da esporre nelle vetrine per i commercianti scrupolosi e fedeli: «Chi è trasparente ha già i suoi vantaggi».
Il nuovo redditometro, conferma ancora Befera, è in fase di collaudo e sarà pronto in giugno per la dichiarazione dei redditi. Qualche settimana prima, subito dopo Pasqua, si concluderà il lavoro che il Garante della privacy, insieme con l’Agenzia, sta facendo sulle nuove norme che consentono al fisco di ottenere informazioni dirette e senza limiti sui conti correnti bancari dei cittadini. «I conti correnti bancari sono più di 100 milioni e le dimensioni del flusso dei dati sono incredibilmente superiori - spiega il garante Francesco Pizzetti in un’audizione - a quelle che possono emergere dai controlli dell’Agenzia delle Entrate. Questo comporta problemi complessi di sicurezza, perché i dati non siano accessibili ad altri, e perché il loro utilizzo sia limitato alla lotta all’evasione». Il difficile tentativo è quello di garantire la riservatezza dei dati, consentendo all’Agenzia di svolgere i propri compiti.


Befera fa infine riferimento a un famoso caso d’evasione, che riguarda Diego Maradona. «Se vuole chiarire la sua situazione col fisco e sanare le pendenze, ben venga. Io sono un suo tifoso». Una frase che i legali del Pibe de oro interpretano come un’«apertura» da parte del Fisco italiano.

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