Berlusconi ha deciso: torna in piazza

Per l'ex premier Pasquetta di lavoro con i fedelissimi. In programma manifestazioniu a Milano e a Roma, le due città dove gli è stato concesso di svolgere l'attività politica

Berlusconi ha deciso: torna in piazza

Pasqua al lavoro per il Cavaliere. Con una riunione che ad Arcore ha coinvolto per oltre quattro ore non solo Silvio Berlusconi ma pure il suo staff più ristretto, dal consigliere politico Giovanni Toti alla responsabile della comunicazione Deborah Bergamini passando per Antonio Palmieri, l'uomo che si occupa della presenza dell'ex premier e di Forza Italia su Internet e sui social network. Tra gli altri c'era anche Roberto Gasparotti, colui che ormai da venti anni cura l'immagine di Berlusconi sul piccolo schermo.
Il Cavaliere, insomma, non sembra avere intenzione di lasciare spazio ad altri. Anzi, pare deciso ad essere il più presente possibile in vista dell'accelerazione che imporrà di qui a pochi giorni la campagna elettorale ormai alle porte. Al punto da riunirsi con i fedelissimi ad Arcore proprio a Pasquetta e solo per ragionare su come muoversi di qui ai prossimi giorni. Un Berlusconi, dunque, che non vede l'ora di tornare in prima linea.
Lo conferma in un tweet la Bergamini. «Oggi ad Arcore – scrive - molto lavoro per la campagna elettorale di Forza Italia con Berlusconi che riparte in tv e manifestazioni». Già, non soltanto le interviste televisive che da sempre sono il terreno su cui si è giocato le rimonte. L'ex premier è infatti intenzionato anche a tornare in piazza. Dalle parti di Arcore si danno praticamente per certe due manifestazioni: una da tenere a Milano e l'altra a Roma. In pratica le due regioni in cui il leader azzurro può giocarsi con maggiore facilità la sua «agibilità» politica. In realtà si sta valutando anche l'ipotesi di portarlo in giro per altre piazze d'Italia. Ovviamente questo comporterebbe specifiche richieste al tribunale di competenza, alle quali i legali del Cavaliere stanno già lavorando.
Un Berlusconi che, nonostante tutto, dei processi non riesce a smettere di parlare, nonostante il primo vero affondo nei confronti di Matteo Renzi. Che, dice il leader di Forza Italia, «anche presentando i provvedimenti con brio e con le slides», proprio «non riesce ad evadere la ricetta sempiterna della sinistra», quella del «sempre più tasse». Berlusconi, insomma, è pronto ad aprire il fronte con il governo anche perché pare sia rimasto molto deluso dalle misure presentate venerdì dal premier. «Era il primo pacchetto strutturale del governo e alla fine il risultato è un aumento della pressione fiscale», è stato il commento di Berlusconi con chi ha avuto occasione di sentirlo al telefono. Mentre su toni e modi della conferenza stampa di Renzi il Cavaliere non ha detto alcunché, anche perché non ha fatto in tempo a vederla.
Sul fronte magistratura, invece, il leader di Forza Italia non rinuncia a criticare la storia dei suoi processi, ma sempre d'intesa con i suoi legali che lo fanno muovere entro i paletti imposti dal tribunale di sorveglianza. Definisce la sentenza «mostruosa» e insiste sul fatto di essere stato «colpito da un'ingiustizia enorme», ragione per cui ha «fiducia che la Corte dei diritti europea annullerà la sentenza». Parole che scatenano la polemica di chi sostiene che gli dovrebbero essere revocati i servizi sociali perché «ha attaccato i giudici».

Così non è – fanno notare diversi esponenti di Forza Italia – e lo dimostrerebbe anche la presa di posizione del presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli che venerdì ha replicato a Renzi dicendo che come i politici «possono commentare e criticare le sentenze», così i magistrati «possono commentare e criticare le leggi». Berlusconi, insomma, può sì stigmatizzare la sentenza Mediaset, mentre non può attaccare direttamente singoli magistrati o collegi giudicanti.

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