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Berlusconi interdetto per 2 anni: ora puntano a "sloggiarlo" entro primavera

Colpisce la velocità dell'udienza. E ancora di più la speditezza del percorso che si annuncia: la Cassazione potrebbe cacciare il Cav dal parlamento già in primavera

Berlusconi interdetto per 2 anni: ora puntano a "sloggiarlo" entro primavera

Il processo a Silvio Berlusconi finisce all'ora in cui in genere gli altri processi iniziano: alle 9,50 i giudici sono già in camera di consiglio, e un'ora dopo sono già di ritorno con la sentenza. Due anni di interdizione dai pubblici uffici: e da questo punto di vista al Cavaliere poteva andare peggio, perché i pronostici della vigilia dicevano tutti che la Procura di anni ne avrebbe chiesti tre e che i giudici probabilmente si sarebbero allineati. Ma, più dello sconto di pena concesso all'imputato, colpisce la velocità dell'udienza, e ancora di più la speditezza del percorso che si annuncia. E che potrebbe mettere Berlusconi fuori dal Parlamento già in primavera, se nel frattempo al Senato la maggioranza anomala Pd-5 Stelle non sarà riuscito a cacciarlo in base alla legge Severino.

Il presidente della Corte d'appello, Arturo Soprano, nei pochi secondi che impiega a leggere la sentenza non indica infatti alcun termine per il deposito delle motivazioni. Vuol dire che vale il termine minimo previsto dal codice di procedura penale, quindici giorni: termine che non viene rispettato quasi mai, e che però nel processo per i diritti tv già una volta nel maggio scorso aveva visto uno sprint dei giudici, che in due settimane depositarono la sentenza d'appello. Ora, anche ai loro colleghi del processo-bis basteranno quindici giorni per scrivere le motivazioni. Eppure di carne al fuoco ce n'è parecchia: anche perchè nella sentenza dovranno spiegare perchè hanno ritenuto "manifestamente infondate" le due questioni di legittimità costituzionale sollevate dai legali di Berlusconi, rifiutando di sospendere il processo e trasmettere gli atti alla Consulta.

Due settimane per il deposito delle motivazioni, dunque: poi tempo fino a Natale per Niccolò Ghedini e Franco Coppi per ricorrere nuovamente in Cassazione, ultima chance prima che scatti l'interdizione. Vuol dire che a primavera la Cassazione potrebbe pronunciarsi sulla vicenda, e - se confermerà la sentenza emessa oggi a Milano - decreterà l'espulsione di Berlusconi dal Senato per via giudiziaria. Non sarà un esilio quasi interminabile, come sarebbe stato con i cinque anni che gli erano stati inflitti nel primo processo d'appello. Ma è chiaro che, a 78 anni ormai compiuti, due anni fuori dal Parlamento peserebbero in modo quasi irrimediabile sulla carriera politica di Berlusconi.

Si avvia, insomma, un iter a tappe assai spedite. Un iter che, secondo quanto Ghedini ha sostenuto in aula, si accavalla con l'altra procedura di espulsione dal Parlamento in corso a carico di Berlusconi, quella in discussione al Senato per effetto della legge Severino. Oggi Ghedini ha cercato di convincere i giudici che la legge Severino, nella parte in cui prevede la decadenza anche retroattiva dalle cariche (cioè per i reati consumati prima della sua entrata in vigore) sia incostituzionale. I giudici non si sono lasciati convincere. Ma un dubbio rimane.

Cosa accadrà se i due anni di interdizione inflitti oggi diverranno definitivi, e contemporaneamente il Senato dovesse dichiarare ineleggibile Berlusconi - proprio in base alla "Severino" - per sei anni? Le due pene si sommeranno, sei più due otto? O una assorbirà l'altra? In attesa che a azzerare la questione arrivi magari la sentenza definitiva per il caso Ruby: dove in primo grado al Cavaliere, dichiarato colpevole di concussione e prostituzione minorile e condannato a sette anni di carcere, è stata inflitta come pena accessoria l'interdizione perenne.

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