Martin Schulz all'attacco del Cavaliere. Ricordando il passato e la scena in cui Berlusconi gli aveva dato del kapò, l'ex premier, alla presentazione della lista di Forza Italia a Milano ha spiegato: "Non volevo offenderlo, ma apriti cielo perché i tedeschi, per loro, i campi di concentramento non sono mai esistiti". Parole non gradite dai socialisti europei del Pse. Il presidente, Sergei Stanishev, ha chiesto "l'immediata condanna" delle dichiarazioni, mentre Hannes Swoboda, capogruppo di S&D, ha chiesto ai Popolari di cacciare Forza Italia e non accettare "estremisti". Ma il commento più duro è stato proprio quello di Schulz: "Berlusconi è sinonimo di odio, invidia e litigio ed è scandaloso che le stupidaggini di oggi siano state dette per vantaggio elettorale, un comportamento che contraddice quello che l’Italia è: un Paese meraviglioso e con un grande popolo".
La replica di Forza Italia non si è fatta attendere. "Sappiamo bene tutti che Schulz è impegnato nella campagna elettorale per le europee nella quale è candidato per il Pse, con l’obiettivo di portare la sinistra al governo dell’Europa. Ogni sua affermazione rivolta al Presidente Berlusconi non ha quindi, come anche nel passato, altro valore che la polemica stizzita, sterile, aggressiva e volutamente equivocante della più becera sinistra", ha affermato Paolo Romani, presidente del gruppo FI di Palazzo Madama. Per Renato Brunetta, presidente dei deputati azzurri, "Martin Schulz ha già offeso in diverse occasioni il nostro Paese e il presidente Berlusconi. Che proprio lui ci venga a fare la morale è quanto meno singolare e certamente fuori luogo".
Al di là della polemica e dell'odio scatenatosi a sinistra, il leader di Forza Italia ha ricordato l'importanza delle elezioni "perché l'Europa che ci troviamo di fronte è molto diversa da quello che avremmo desiderato". Il leader di Forza Italia ha detto la sua sulla par condicio, che ritiene "un vincolo assurdo", creato "contra personam, perché mi temevano come comunicatore". Il risultato della sua introduzione "spinge al frazionamento dei voti, il male peggiore di cui soffriamo dal 1948". Critiche anche sulla legge sul finanziamento pubblico ai partiti, che Berlusconi ha definito "antidemocratica".
Parlando della presenza di Renzi in televisione ("un diluvio mediatico"), l'ex premier ha sottolineato che, in queste condizioni, "se siamo al 20% dobbiamo accendere un cero". Ha definito il premier "nuova star del firmamento della sinistra".
Mettendo in guardia i suoi elettori dal considerare di Renzi le riforme di questo governo, quando sono invece del centrodestra, Berlusconi ha smentito i passi indietro di cui la stampa aveva parlato nei giorni scorsi e ribadito che le modifiche più urgenti sono quelle sulla giustizia e criticato un Italicum "che sta venendo fuori peggiore del cosiddetto Porcellum". Ma ha anche voluto ribadire con energia la volontà di riformare l'assetto del Paese sottolineando che "le riforme non sono di Renzi, ma di Forza Italia". In cima all'agenda la riforma delle riforme: quella della giustizia, una battaglia che - ammonisce l'ex premier - sarà cruenta.
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