Berlusconi non fermarti

Silvio sente odore di voto e accelera la rivoluzione del centrodestra. Un'occasione da non perdere per il centrodestra

Berlusconi non fermarti

Dopo il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, dopo quello dell'Emi­lia, il pidiellino Vasco Errani, anche il governatore Roberto Formigoni fini­sce nel registro degli indagati. Nel suo caso si tratta dell’inchiesta sulla sanità lombarda, eccellenza del Paese e forse inquinata da qualche malfattore. Che certamente non è Formigoni, ma così in Italia funziona la magistratura spettacolo. Niente politi­co, niente prime pagine, così una vacanza diventa uno scandalo, un comportamento eticamente di­scutibile è equiparato a ipotesi di reato. Lo abbia­mo già visto, ne vedremo ancora, neppure il Quiri­nale si salva dall’invadenza del sospetto politiciz­zato.

Il caso Formigoni è solo l’ultimo tentativo discal­zare definitivamente il Pdl dalla guida del Paese. La Lombardia è una roccaforte, colpirla è sferrare l’attacco al cuore del sistema. La diceva bene quel Pm che, sul blog interno e riservato ai magistrati, un anno fa scriveva: colleghi, una volta abbattuto Berlusconi, se vogliamo raggiungere i nostri obiet­tivi, dovremmo occuparci dei berlusconiani. Ci stanno provando, ma ho l’impressione che abbia­no sbagliato i conti. Il Berlusconi ferito si è curato e ora è tornato in campo, sorprendendo gli avversari e anche qualche amico che già pensava ad altri sce­nari.

È innegabile che l’annuncio di una nuova for­ma di partito e coalizione che possa puntare al 51 per cento dei consensi abbia creato stupore, tensio­ni e financo paure nel gruppo dirigente del Pdl. Ma a noi importa solo cosa ne pensa la gente. La quale, stando ai voti delle amministrative e ai sondaggi, non pare proprio gradire l’attuale assetto, né mo­stra entusiasmo per facce e formule che sono sul tappeto della politica fatta a tavolino. Rivoluziona­re quindi non è una opzione ma una necessità vita­le. Per il centrodestra, ma soprattutto per il Paese che ha bisogno di essere liberato da uno Stato sem­pre più oppressore, che ha voglia di tornare a crede­re che il sogno liberale possa prima o poi realizzar­si.

Ci sarà chi,anche dall’interno,cercherà per bas­si interessi personali di fermare questo nuovo pre­dellino. Mi auguro fallisca, anche a costo che, co­me in ogni rivoluzione che si rispetti, qualcuno pos­sa restare ferito sul campo. I prossimi giorni saran­no davvero quelli della verità.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica