Berlusconi sferza i suoi: "Le riforme di Renzi? Io le chiedo da 20 anni"

Il Cavaliere telefona alla kermesse di Forza Italia: "Ma la sinistra le bocciò". Europee, Toti sarà capolista: in vista la promozione a numero due azzurro

Berlusconi sferza i suoi: "Le riforme di Renzi? Io le chiedo da 20 anni"

Dopo quasi una settimana passata a ritrovare la forma in una beauty farm sul Lago di Garda, il ritorno ad Arcore è previsto per questa sera. Ma senza passare per Bari, dove a ora di pranzo Raffaele Fitto celebrerà il ventennale della discesa in campo del Cavaliere insieme a quattro-cinquemila militanti. Una manifestazione alla quale l'ex premier parteciperà al massimo con un videomessaggio, visto che la sua presenza fisica alla kermesse organizzata dall'ex ministro avrebbe il sapore di una benedizione in giorni in cui la tensione all'interno di Forza Italia sta superando i livelli di guardia.
Il tema delle nomine e del nuovo organigramma, infatti, resta centrale. E il pacchetto di promozioni di due giorni fa non ha fatto la gioia dei big di Forza Italia che contestano al Cavaliere di non tenere da conto l'effettiva gestione della macchina del partito. Berlusconi, da parte sua, è ben cosciente delle obiezioni che arrivano da piazza San Lorenzo in Lucina - tanto che le nomine le ha fatte direttamente dal resort sul Garda proprio per dribblare con più facilità le resistenze «romane» - ma è deciso nell'andare avanti sulla strada del rinnovamento. La nomina di Giovanni Toti a consigliere politico di Forza Italia, per esempio, è solo un primo tassello di un progetto che l'ex presidente del Consiglio prospettava ancora ieri ai suoi interlocutori telefonici: fra quindici giorni lo nominerò segretario del comitato ristretto che gestirà Forza Italia e, se io resterò incandidabile, alle elezioni europee di fine maggio sarà capolista in almeno una circoscrizione. Per l'ex direttore di Studio Aperto e Tg4, insomma, la strada per il vertice di Forza Italia resta spianata.
Berlusconi, intanto, continua a spingere sull'acceleratore e – è di ieri un collegamento telefonico con Napoli - non perde occasione di essere al centro della scena. Un modo per mettere di fatto a tacere eventuali polemiche interne al partito ma pure per tenere al centro del dibattito l'intesa sulle riforme siglata la scorsa settimana con Matteo Renzi. Ancora una volta, infatti, è dell'accordo con il segretario del Pd che parla l'ex premier, ben cosciente che se davvero il Parlamento arriverà a votare il cosiddetto Italicum il successo sarà assicurato. È chiaro, infatti, che a quel punto – piaccia o no – il Cavaliere potrà vestire i panni del padre costituente e mettere a tacere tutte le critiche. Una prospettiva, questa, che al leader di Forza Italia non dispiace affatto.
Dopo la telefonata di venerdì scorso alla manifestazione di Forza Italia a Potenza, dunque, ieri è stata la volta di Napoli. «Dopo venti anni d'insulti – dice Berlusconi in collegamento telefonico con l'Hotel Vesuvio - forse abbiamo trovato l'interlocutore nel nuovo leader del partito principale che si oppone a noi». E ancora: «Con lui abbiamo avviato un processo di riforme che non sono le riforme di Renzi ma le nostre stesse riforme fin da quando siamo scesi in campo». Un modo per rivendicare l'accordo, perché – spiega il Cavaliere – «alcune di queste riforme sono quelle che approvammo già in Parlamento e che la sinistra cancellò con un referendum sciagurato». «Altrimenti – aggiunge Berlusconi – l'Italia sarebbe un Paese moderno già da anni».


Inevitabile, infine, l'affondo sulla decadenza. «Il Pd – dice - ha costruito con il suo braccio di Magistratura democratica una sentenza infondata, ignobile e scandalosa. E attraverso questo sono riusciti a espellermi dal Parlamento».

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