Silvio Berlusconi si è liberato dalla ragnatela che lo stava per intrappolare dentro giochi di partito, di potere e di palazzo. Giochi fatti a più mani - alcune si dicevano e dicono amiche - che avevano un obiettivo comune: accompagnare lui alla porta d'uscita della politica e traghettare il Pdl dentro una melassa neo democristiana in alleanza con il Quirinale e una parte della sinistra. Ci aveva provato il Cavaliere a tenere insieme tutti, salvando se stesso e il Pdl: prima la clamorosa retromarcia sulla sfiducia allo sgangherato governo Letta. Poi ore ed ore di colloqui con scissionisti, traditori e umanità varia. Niente. Tutto inutile. Un pugno di reduci (e nostalgici) democristiani aveva già deciso da tempo, forse da oltre un anno: del berlusconismo bisognava liberarsi e quale occasione migliore dell'imminente arresto del loro ex capo?
Così, all'ultimo momento utile, Berlusconi ha sparigliato. Cancellato il Pdl, azzerate le cariche, tutto il potere passa nelle sue mani sotto la bandiera di Forza Italia, che da ieri torna a essere partito a tutti gli effetti. Alfano, i ministri, Schifani (che ha gettato così la maschera di finto lealista) più qualche vecchio arnese della politica si sono rifiutati di partecipare alla riunione. Si va verso una scissione? Forse sì, forse no, ma in sostanza chi se ne importa. Facciano ciò che credono, se Dio vuole non sono più problemi nostri. L'importante è tornare a lavorare da subito per costruire un Paese libero senza dover chinare il capo di fronte a Epifani o Letta, Napolitano o la Merkel.
Meglio una sana chiarezza che una insopportabile ipocrisia. Da ieri sera possiamo dire, senza essere additati come irresponsabili, che il governo avrà l'appoggio di Forza Italia solo se farà le cose, soprattutto in campo fiscale, su cui gli eletti dell'ex Pdl si sono impegnati in campagna elettorale. Finalmente si può tornare a dire che la riforma della giustizia è pregiudiziale al proseguimento di questa maggioranza, che non si potrà stare in alleanza con il Pd se la sinistra voterà per la decadenza violando patti, Costituzione e buonsenso.
Quelli alla Quagliariello e alla Formigoni, almeno a parole, si sono già offerti per fare in ogni caso da stampella al governo Letta, cioè alla sinistra, impedendo eventuali elezioni anticipate. Se sarà così rimarranno in Parlamento qualche mese in più ma faranno poi la fine di Gianfranco Fini. Perché gli elettori perdonano molto, ma non tutto.
Soprattutto non chi è disponibile a vendere per ambizione i tuoi interessi all'avversario in cambio di vantaggi personali. Spero che non accada e che restino tutti insieme. C'è ancora spazio per una rivoluzione liberale, non possono dimenticarlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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