RomaUn vertice «tecnico» sulla giustizia, perchè Silvio Berlusconi vuole chiarirsi le idee soprattutto sulle possibili obiezioni di costituzionalità al disegno di legge sul «processo breve». Si parla anche di riforme istituzionali e di candidature per le elezioni regionali. Il tema è collegato perchè utile a garantire lappoggio degli alleati, indispensabile per il premier. Che vuole evitare forzature con nuove tensioni nel Pdl, ma vuole anche il provvedimento approvato per i primi mesi dellanno nuovo. E a prova di Consulta.
Nel messaggio che in mattinata manda al Congresso degli avvocati dellOua, Berlusconi sottolinea che lobiettivo è più ampio: «È indispensabile una riforma costituzionale della giustizia, che porrà in condizioni di effettiva parità laccusa e la difesa nel processo. La fiducia degli elettori ci impone di portare a termine gli impegni presi per una giustizia veramente imparziale, più giusta ed efficiente».
Al pranzo informale a Palazzo Grazioli si siedono attorno al tavolo lavvocato-deputato Niccolò Ghedini, i ministri della Giustizia Angelino Alfano e dello Sviluppo economico Claudio Scajola; i tre coordinatori del partito Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini; i capigruppo parlamentari Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e Paolo Bonaiuti.
È a loro che il premier rivolge le domande sui punti «caldi» del ddl, a cominciare dalla riserva agli incensurati e dalleccezione per il reato dimmigrazione voluta dalla Lega: «Ma perchè questo è incostituzionale?», «e perchè non si può fare questa cosa insieme a quellaltra?». Due ore di confronto con i suoi esperti, racconta La Russa, per valutare la necessità di modifiche. «Il testo va bene - spiega Gasparri -, ma è possibile che nelliter parlamentare, in Commissione e in aula si facciano delle valutazioni, come per ogni legge». Al Senato hanno già studiato tutte le sentenze della Consulta in merito, per evitare ostacoli. Non si può rischiare unaltra bocciatura.
Non per nulla il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo messaggio al Congresso dellOua, raccomanda di «migliorare e rendere efficiente il servizio pubblico fondamentale qual è quello della giustizia, nel rispetto di corretti equilibri istituzionali». E Fini in un altro messaggio sottolinea il rispetto, sempre e comunque necessario, «ai valori indicati dalla nostra Costituzione».
Limpresa non è facile e, dopo il pranzo di lavoro, cè bisogno anche di un colloquio a tre con Ghedini e Alfano. Poi, finalmente, il Guardasigilli corre allHilton dove lo aspettano duemila avvocati con i quali lappuntamento è stato rinviato cinque volte nella giornata e annuncia: «La riforma della giustizia la faremo, seguendo i nostri intendimenti e non sotto dettatura dellAnm. Anche perché abbiamo il vago e leggero sospetto che il foglio resterebbe bianco, perché i magistrati non vogliono il cambiamento».
Polemizza con il presidente del sindacato delle toghe, Luca Palamara, che nella stessa sede la mattina è tornato a contestare il ddl sul processo breve: darebbe «un colpo finale al processo»; avrebbe un impatto superiore alluno per cento dei processi penali pendenti in primo grado, di cui ha parlato Alfano; avrebbe effetti negativi anche sul settore civile. Insomma, «non è emendabile». Gli aveva subito replicato Quagliariello: «Sullemendabilità dei ddl in discussione in Parlamento a decidere è il presidente dellAnm?». E ora Alfano rincara la dose. Sarà la Consulta del Pdl sulla Giustizia e poi lUfficio di presidenza la prossima settimana a studiare le eventuali modifiche al procedimento.
Se vuole avere «credibilità» il ddl dovrà essere accompagnato «da interventi strutturali e da risorse adeguate», avverte il presidente dellOua Maurizio De Tilla. Ed è laltro punto delicato sul quale battono i finiani. Ma Alfano assicura che ci penserà la Finanziaria.
Comunque, sui processi lunghi decenni è ora di «voltare pagina», ripete al Congresso dellOua il presidente del Senato Renato Schifani.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.