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Berlusconi tornato prende in mano Fi "Io sono al lavoro e recupero le forze. Marta? Un angelo"

Il leader a casa da una settimana: "Chi mi dava per spacciato si sbagliava". "Ripartire? Mai fermato". L’elogio alla compagna e i messaggi da sinistra.

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Si riparte da me. Silvio Berlusconi, tornato a casa da una settimana, rilascia interviste per far capire che considera chiusa la parentesi della malattia ed è di nuovo al posto di comando. «Se qualcuno mi ha dato per spacciato - ironizza con il QN - si è decisamente sbagliato. E anzi, come è noto, questi infortuni allungano la vita. Sto impegnandomi per recuperare le forze. Ci vuole tempo ma ogni giorno miglioro. Non mi sono mai sentito finito». Di successori non vuol neppure sentir parlare, perché sarà lui a guidare Forza Italia verso il suo «grande futuro», a portare avanti l'opera di rinnovamento che «non si è affatto interrotta, ho continuato a occuparmene dall'ospedale». Il Cavaliere, anche nell'intervista al Nuovo Quotidiano di Puglia (a Brindisi c'è un ballottaggio che molto interessa agli azzurri), insiste: «Non devo ripartire, non mi sono mai fermato. Anche durante il ricovero ho lavorato ogni giorno per le amministrative e la riorganizzazione di Fi». E questo, mentre i medici cercavano di impedirglielo, confessa. Il rinnovamento di Fi, per l'ex premier, non vuol dire crisi e lotte tra fazioni, è fisiologico perché il partito «si rinnova sempre, dal 1994 a oggi, senza rottamare nessuno. Continueremo a farlo, per preparare le elezioni europee e dar vita a una presenza capillare, con un portabandiera in ogni comune italiano». Il Cav tiene la barra dritta pro-governo nel centrodestra, senza sbandamenti. «Noi siamo i più leali e coerenti sostenitori dell'ottimo lavoro del presidente del Consiglio. Giorgia è sempre in contatto con me». Una lode particolare Berlusconi la dedica alla compagna Marta Fascina, «il mio angelo custode», che ha dato «prova di un amore incondizionato» restandogli accanto i 45 giorni di ricovero per la polmonite nel quadro di una leucemia cronica. Poi cita il messaggio più inatteso, «quello di un noto leader di sinistra. Il nome non lo faccio per non metterlo in imbarazzo. Mi ha scritto queste parole: Io l'ho sempre combattuta e continuerò a combatterla. Ma la politica italiana non sarebbe la stessa se lei smettesse di occuparsene. Si aprirebbe un vuoto incolmabile per la democrazia. Per questo le auguro di tornare presto». Sono quelle cose che al Cav tirano su il morale. Così, ritrova l'energia per occuparsi di tutto, dalle riforme alle elezioni, al dopo alluvione. Sul ballottaggio delle amministrative in questo week end spiega che «vi sono molte città in bilico. Se gli elettori andranno a votare, possono scegliere il modello di buongoverno del centrodestra». Alla vigilia del primo turno, il leader di Fi ha spronato i cittadini ad andare alle urne in un videomessaggio e ora si rammarica del calo dell'affluenza. «In una democrazia il voto non è soltanto un diritto, è anche e soprattutto un dovere perché se non si va a votare si mette a rischio la democrazia». Ribadisce la sua preoccupazione per l'alluvione in Emilia Romagna, ma aggiunge: «Per ora mi sembra che il governo sia intervenuto con assoluta rapidità e con adeguate risorse. Ora l'importante è che la burocrazia non rallenti la fase della ricostruzione». Infine, le riforme, quelle istituzionali e quella sulla giustizia.

«L'elezione diretta del presidente è una nostra battaglia storica, ma siamo disposti ad accettare la formula che raccoglie più consensi, a patto che sia salvaguardato un principio: quello che siano i cittadini a scegliere chi deve guidare l'esecutivo».

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