Berlusconi a Virus: "Abolire Equitalia"

Il Cavaliere ospite di Nicola Porro: "Renzi sul lavoro ha prodotto un atto che doveva chiamarsi Job Act e invece è un Cgil Act"

Berlusconi a Virus: "Abolire Equitalia"

Parla di tutto, Silvio Berlusconi, in una lunga intervista rilasciata a Nicola Porro per Virus, in onda questa sera su Raidue. Dall'eventuale discesa in campo di Marina alle tasse di Renzi, dal pericolo Grillo alla politica economia disastrosa della Merkel. Ma l'ex premier punta soprattutto sul futuro e sul rilancio economico del nostro Paese e dell'occupazione giovanile. Senza dimenticare uno degli incubi che negli ultimi anni si è insinuato nei sogni degli italiani: Equitalia. "Abolirla e dare ai comuni la riscossione delle imposte", è questa proposta del leader di Forza Italia.

Il Cavaliere non risparmia bordate al premier: "Renzi è un uomo innamorato della politica che da sempre ha voluto fare politica, ma subito è stato risucchiato dalla sinistra ed è dovuto diventare, contro la sua volontà, un tassatore. Le prime cose che ha fatto, oltre alle tante che ha promesso, sono state aumentare di molto la tassa sulla casa, e aumentare le percentuali dell’imposta sugli interessi dei conti correnti dal 20 al 26 per cento".

Tasse e lavoro, sono questi secondo l'ex premier i punti di debolezza del governo: "Renzi con il governo ha prodotto un atto sul lavoro, il Jobs act, che è diventato il Cgil Act. La base del suo partito in Parlamento ha cambiato in peggio il suo provvedimento e lui dopo avere anche annunciato date per diversi altri provvedimenti, queste date non le ha potute rispettare". Non solo, l'attacco frontale arriva sugli ormai mitologici 80 euro: "Li ha dati con una mano, la sinistra, ma dall’altra parte li ha presi da 31 milioni di artigiani, lavoratori autonomi, soprattutto pensionati, col risultato che chi riceverà gli 80 euro quando dovrà pagare le imposte sulla casa o sugli interessi dei risparmi che ha in banca, perderà quattordicesima e tredicesima".

Berlusconi ha trattato anche il tema che in questi giorni rimbalza di quotidiano in quotidiano: l'eventuale discesa in campo della sua primogenita. "Tutto sommato credo che sarebbe una buona soluzione che lei potesse interessarsi del nostro paese - spiega il Cavaliere -, anche se io l’ho sempre sconsigliata ma soprattutto ricordo che i leader li scelgono gli elettori non i padri". L'ipotesi del voto anticipato a ottobre alletta l'ex premier che tuttavia sa quanto sia difficile da percorrere questa strada: "Penso che si andrà a votare fra un anno, un anno e mezzo, si ricordi sempre l’amore che deputati e senatori hanno per la loro sedia. Realisticamente non penso che si andrà a votare ottobre, comunque ottobre è un tempo ravvicinato ma potremmo ottenere un buon risultato. Saremmo già pronti per ottobre".

Poi va ancora all'attacco di Grillo, già paragonato nei giorni scorsi al Fuhrer: "Tutti i moderati italiani, che amano la libertà e vogliono restare liberi, sarebbero molto preoccupati se al potere andasse il partito comunista e la sua versione attuale alla Renzi, e soprattutto se andasse Grillo che ha certamente caratteristiche molto, troppo vicine a dittatori sanguinari che conosciamo nella storia".

Sulle riforme il Cavaliere non ha dubbi e non retrocede dal patto siglato al Nazareno: "Di riforme vere c’è soltanto quella del Senato e noi avevamo stabilito con Renzi tre punti. Il primo: non eleggiamo più direttamente i senatori. Il secondo: il Senato non deve approvare le leggi che vengono approvate solo dalla Camera e non deve dare la fiducia al governo. Il terzo: deve costare di meno. Ma poi il governo sotto la guida di Renzi ha dato vita alle specificità del progetto senza sentirci, il progetto è arrivato al Senato e tutti l’hanno considerato inaccettabile. Noi manteniamo la parola data".

Berlusconi torna a parlare di Europa e di austerità, tracciando ancora una volta una netta linea di demarcazione dalle politiche di Berlino: "Io mi sento vicino in questo momento alla signora Merkel per i valori che sono gli stessi valori che condividiamo e sono quelli della carta dei valori della grande famiglia della democrazia e della libertà che è il partito del popolo europeo. Ma sono assolutamente distante dalla Merkel e sono arrivato a dei forti contrasti con la Merkel su quella che è la politica economica che la Germania ha voluto imporre agli altri paesi dell’Eurozona". "Ho avuto discussioni - prosegue Berlusconi parlando della Cancelliera tedesca - molto accese su certi punti come la Tobin Tax, che poi lei è riuscita a ottenere da Monti inginocchiato ai suoi piedi col risultato che ce

538em;">l’abbiamo solo noi, e soprattutto quando ho messo il veto sul fiscal compact che io giudicavo anti-storico già allora. E i fatti mi hanno dato ragione".

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