Il ritorno di Pier Luigi Bersani è un mix di mea culpa, piccole soddisfazioni e grandi rivendicazioni. L'ex segretario democratico, ospite a Ballarò, ripercorre le ultime tappe della sua esistenza politica all'interno del Pd, assicura di non essere depresso e di non aver bisogno dell'analista e soprattutto riesce finalmente a pronunciare quella frase tanto agognata, seppur declinandola al diminuitivo.
"A Berlusconi una smacchiatina gliel’abbiamo data", dice il nativo di Bettola commentando l'esito delle ultime elezioni amministrative. È ottimista, Bersani. Invita a pensare positivo. Perché è il momento di dire "basta allo sconfittismo per cui il Pd perde sempre: governiamo tutti i comuni d’Italia e abbiamo il premier. Basta alibi. Non abbiamo vinto come abbiamo voluto ma non abbiamo certo perso”.
Insomma, un po' come a Parma: abbiamo non vinto. Ma oltre al presente, c'è soprattutto il passato. Quel recente passato che ha turbato profondamente l'ex leader Pd e che ha decretato la sua uscita di scena dovuta a quello che lui stesso non esita a definire un "tradimento". "La mia uscita è dovuta ad un fatto doloroso anche per tanti militanti, ma è stato un gesto politico e non personale, sul voto per Franco Marini e Romano Prodi il Pd ha perso una colpo".
Sulle ragioni della sconfitta del Pd alle ultime elezioni politiche, Bersani fornisce la sua analisi: ”Non ci ha aiutati aver sorretto fino all’ultimo il governo Monti e poi abbiamo perso 4-5 punti che sono andati ai 5 Stelle e che indicavano una critica verso di noi e anche un segnale a chi ci dava per vincenti”.
E proprio sul rapporto turbolento con il Movimento 5 Stelle, Bersani non ammette discussioni: "In molti hanno detto che mi sono fatto umiliare durante lo streaming con i 5 Stelle: ma io penso che l’arroganza umilia chi ce l’ha. Rivendico quello streaming, l’ho fatto con la testa. "Io sono arrivato a dire che in nome del cambiamento la persona Bersani non sarebbe stata un ostacolo. Perché per me c’è l’Italia prima. Credo che i 5 stelle abbiano pagato una scarsa linearità. Non puoi chiedere i voti e poi non usarli".
Quanto alla convivenza con il Pdl, Bersani spiega: “Vorrei un mondo dove Alfano si fa un suo governo e io il mio, il Pdl cercherà di farci stancare, ma il governo dura finché il Paese lo sente". E poi rivendica la vittoria del suo partito perché "la prima misura decisa dal governo Letta è stata quella sugli ammortizzatori sociali, Berlusconi non ha vinto".
Della rivalità col rottamatore Matteo Renzi, Bersani si limita a precisare che "è una personalità utile alla causa del Pd, poi ci sono anche metodi che vengono venduti come nuovi ma che a me sembrano rimasticature degli anni Novanta. Ma sono discussioni interne". E a Floris che chiede se il sindaco di Firenze ha possibilità di diventare candidato premier, risponde: "Abbiamo Letta premier. Dobbiamo governare".
Infine, un auspicio che, a qualche democratico potrebbe persino sembrare una minaccia: "Credo che quando si pensa di fare la cosa giusta ci si sente meglio. Certo, le giornate sono cambiate, ma francamente sto benissimo. Penso che potrò ancora dare una mano se riuscirò a far capire bene quello che è stato fatto".
Messaggio lanciato.
Al momento, però, Bersani può godersi la sua nuova vita, come lui stesso spiega: "Sto benissimo e sono riuscito perfino ad andare al cinema, ho visto il film di Sorrentino è un bel film pur con i suoi diffettucci".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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