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Governo, Napolitano dà l'incarico a Bersani

Il capo dello Stato dà al segretario piddì l'incarico di verificare se esiste una maggioranza certa: "Ha le condizioni più favorevoli per fomare il governo". Bersani dovrebbe iniziare le consultazioni domani pomeriggio e promette: "Svolgerò l'incarico con determinazione"

Governo, Napolitano dà l'incarico a Bersani

Adesso è tutto nelle mani di Pier Luigi Bersani: formare l'esecutivo, convincere tutte le forze politiche e riuscire a governare con uno straccio di maggioranza. Mentre il parlamento resta spezzato in tre tronconi monolitici, che non si parlano o si parlano appena, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano prova a sbloccare lo stallo che è venuto a crearsi con le elezioni e dà al leader piddì l'incarico di "verificare un sostegno parlamentare certo a un governo che abbia la fiducia delle Camere". Insomma, una missione impossibile che rischia di trasformarsi nel suicidio politico di Bersani. E, proprio come in ogni missione impossibile che si rispetti si autodistruggono i messaggi, così nelle mani del segretario Pd si autodistruggerà il mandato.

"Si apre oggi una fase decisiva per dare all’Italia un nuovo governo sulla base dei risultati elettorali". Napolitano ha investito, senza troppe convinzioni, Bersani di un incarico che, sin da ora, sa già che non troverà l'appoggio del parlamento. D'altra parte sono stati gli stessi leader delle principali forze politiche che siedono alle Camere a dire al capo dello Stato che, mai e poi mai, appoggeranno un governo Bersani. Eppure il leader del Pd ha insistito. Anche ieri sera, a chiudere il giro di consultazioni, ha ribadito che era nei suoi diritti di "vincitore" delle politiche di provare a mettere in piedi un abbozzo di esecutivo. Così, dopo essersi accaparrato le presidenze di Montecitorio e Palazzo Madama, adesso il segretario democrat punt a tutta velocità allo scranno di Palazzo Chgi. E, sebbene sappia che la missione è impossibile, Napolitano ha deciso di dargli una chance e, lasciandogli il cerino in mano, di farlo andare allo sbaraglio. "L’incarico che sto per dare - ha avvertito l'inquilino del Quirinale - è il primo passo di un cammino per il raggiungimento dell’obiettivo che deve portare al più presto alla nascita di un esecutivo per una normale e piena attività legislativa".

Nei giorni scorsi Napolitano, il cui settennato terminerà fra poche settimane, aveva avviato i lavori auspicando un sussulto di responsabilità a dare un governo al Paese. "Fare presto" era la sua parola d’ordine. Ma, quando ieri sera è uscito dallo Studio alla Vetrata, al Quirinale, si è visto costretto a prendersi una "pausa di riflessione che è finita solo oggi pomeriggio quando ha deciso di convocare il leader piddì. Del resto se lo era sentito dire esplicitamente: Bersani aveva chiesto per sé l’incarico di formare l'esecutivo avendo vinto (per una manciata di voti) le politiche. La stessa pretesa che aveva avanzato Beppe Grillo rivendicando, a sua volta, il successo. Solo il centrodestra aveva dimostrato un'apertura al dialogo per il bene del Paese: Silvio Berlusconi era, infatti, disposto a formare un governo di larghe intese. Tuttavia, il netto "no" della delegazione democratica ha obbligato un Napolitano dispiaciuto e dal volto cupo a desistere dalla grande coalizione e a far uscire il Paese da un'impasse dannosa per il Paese. Ragion per cui Napolitano si è chiuso nel suo studio, a compulsare i precedenti ed a rivedere gli appunti presi meticolosamente in questi ultimi due giorni. "Cercherò di corrispondere l’incarico nel solco delle parole di Napolitano e cioè l’avvio di una legislatura che abbia un governo in condizioni di generare il cambiamento necessario", ha spiegando affidando a Bersani l'incarico di trovare un governo capace di camminare con le proprie gambe. All’Italia serve, infatti, un esecutivo che operi nella pienezza dei suoi poteri per assicurare lo svolgimento dei lavori parlamentari e, soprattutto, portare a termine quelle riforme avviate dal governo Monti. Proprio per questo, per affrontare questa fase delicata per il Paese, il capo dello Stato ha auspicato un "forte spirito di coesione nazionale al di là della normale dialettica politica".

Adesso la palla passa a Bersani che è intenzionato a prendersi tutto il tempo necessario per mettere insieme un esecutivo capace a convincere il parlamento o, comunque, a portare a casa una maggioranza. Dovrebbe iniziare le consultazioni già domani pomeriggio incontrando partiti e forze sociali nella sala del Cavaliere di Montecitorio. "Incontrerò le forze parlamentari e politiche con idee chiare, poche parole e intenzioni precise su percorsi di riforma - ha spiegato dopo aver ricevuto l'incarico dal Colle - ci andrò con le mie idee". La strada è tutta in salita.

E Bersani lo sa fin troppo bene.

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