Bersani ormai è ostaggio su euro e figli di immigrati

Difesa della moneta unica e cittadinanza agli stranieri sono frutti dello stesso male: la dittatura del relativismo

Bersani ormai è ostaggio su euro e figli di immigrati

Come è possibile che, di fronte alla tragica realtà degli italiani che non arrivano a fine mese, degli imprenditori che si suicidano, dei disoccupati che aumentano, degli esodati che non percepiscono nulla, dei giovani senza futuro, delle famiglie che non fanno più figli, Bersani abbia affermato il 23 giugno che la prima iniziativa che farà il governo a guida Pd è dare la cittadinanza italiana ai bambini stranieri nati in Italia? Ed è solo un caso che nella stessa circostanza Bersani abbia paventato che l’eventuale uscita dall’euro si tradurrebbe in un «crollo di dimensioni cosmiche»? Come è possibile che proprio chi immagina che oggi in Italia la priorità delle priorità è dare la cittadinanza ai figli degli immigrati sia al tempo stesso chi difende a spada tratta l’euro e quest’Europa monopolizzata dai banchieri e dai burocrati?

Sì è possibile perché si tratta in realtà di due facce della stessa medaglia: la dittatura del relativismo e la dittatura finanziaria. La dittatura del relativismo, che aprioristicamente e acriticamente ci impone di mettere sullo stesso piano tutte le religioni, i valori e le culture, si concretizza in una società multiculturalista dove gli italiani azzerano la propria civiltà riconcependola come la sommatoria quantitativa delle istanze di chi man mano occupa il nostro spazio fisico, pianta la propria tenda e detta le proprie condizioni. In questa nuova civiltà in cui l’Italia si percepisce landa deserta e si presta a diventare terra di occupazione, prevale il buonismo che ci porta a rapportarci con gli stranieri limitandoci a elargire a piene mani diritti e libertà, senza chiedere in cambio l’ottemperanza dei doveri e il rispetto delle regole, senza che ci sia un comune collante valoriale e identitario, dove pertanto la nozione stessa di verità viene bandita perché ognuno è depositario della propria verità e tutte le verità devono essere considerate di pari valenza e dignità a prescindere dai contenuti.

La dittatura del relativismo si coniuga con la dittatura finanziaria perché antropologicamente entrambe spogliano la persona della sua specificità, la concepiscono come semplice strumento di produzione e di consumo della materialità, la riducono in ultima istanza a un tubo digerente senz’anima, collocandola in una dimensione esistenziale dove non vi è più certezza di chi siamo, della nostra fede, delle nostre radici, dei nostri valori non negoziabili, delle regole certe su cui si fonda la civile convivenza, dell’identità in cui orgogliosamente ci si riconosce, della civiltà che ci appartiene e che ci accomuna. La dittatura finanziaria impone la cosificazione della persona, l’atomizzazione della società, la destrutturazione della famiglia naturale, la mercificazione di ogni istante della nostra vita, perché l’unica cosa che conta è produrre, vendere e consumare per accrescere i profitti costi quel che costi della speculazione finanziaria globalizzata.

Non è affatto un caso che oggi in Italia e in Europa si stia consolidando un fronte dei fautori della dittatura relativista e finanziaria che, da un lato, promuove la spogliazione della nostra civiltà, l’equiparazione degli autoctoni e degli immigrati sul piano dei diritti e delle libertà, l’apertura delle frontiere agli stranieri per bilanciare il deficit demografico, la legalizzazione del matrimonio omosessuale, l’abbandono della famiglia naturale, il disinteresse per il futuro dei nostri figli, lo scardinamento del valore cardine della vita legittimando e diffondendo l’aborto, l’eugenetica, l’eutanasia e, dall’altro, persegue la distruzione dell’economia reale fondata in stragrande maggioranza di micro, piccoli e medi imprenditori che lavorano e producono, la sottomissione degli Stati sia alla schiavitù del signoraggio monetario monopolizzato dalla Banca centrale europea in concussione con le banche commerciali, sia alla schiavitù del riciclaggio forzoso del denaro virtuale, noto come titoli derivati, frutto della speculazione finanziaria globalizzata.

Ebbene, al di là delle rispettive intenzioni, noi prendiamo atto che al fronte della dittatura relativista e finanziaria aderiscono l’insieme delle formazioni politiche, sociali e culturali della sinistra, non solo laiche o atee ma anche quelle d’ispirazione cristiana o cattolica, con entrature che arrivano fino ai piani alti dello Stato del Vaticano. Così come diventa sempre più tangibile che già ora la politica in Italia e in Europa non si coniuga più nelle categorie desuete e velleitarie di destra, centro o sinistra, e che comunque il futuro registrerà il confronto e lo scontro tra il fronte dei relativisti, dei materialisti e il fronte di chi ha cuore i valori non negoziabili, la certezza delle regole e il traguardo del bene comune.

Ringraziamo Bersani che con la sua spudoratezza ci rende più facile la scelta di non votare la sinistra e l’insieme del fronte che promuove la dittatura relativista e finanziaria.

Il nostro auspicio è che in Italia e in Europa si affermi, si consolidi e si diffonda il fronte di chi ha a cuore chi siamo, si percepisce persona con un’anima, crede nella sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, coltiva l’amore per se stesso, per la famiglia naturale, per gli italiani che lavorano e producono, per l’Italia concepita come casa comune.

twitter@magdicristiano

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