Bestiario, il Trentigno

Il Trentigno è un animale leggendario. A capo della cittadinanza di Bologna, la rossa turrita, egli educa il popolo ignorante alla lentezza

Bestiario, il Trentigno
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Il Trentigno è un animale leggendario. A capo della cittadinanza di Bologna, la rossa turrita, egli educa il popolo ignorante alla lentezza.

Il Trentigno, autoproclamato essere mitologico, legata l’alleanza di ferro col superbo ariano europeo che indica indomito la via al nuovo impero, è in fine sceso in guerra senza indugio alcuno. Non per combattere ma per spezzare le reni all’incolto cittadino che abbraccia il barbaro mito della libera circolazione, retaggio di una personalità istintiva propria dell’animale allo stato brado. Eccolo il Trentigno, con mento volitivo e petto gonfio d’orgoglio italico, troneggiare fiero dal solido balcone del palazzo comunale della “grassa”, impartire il nuovo credo dell’urbe: “Trenta e trenteremo!”

Lentezza, ordine e sicurezza! Le sagge disposizioni del sommo condottiero non possono e non devono essere disubbidite. L’arrogante libertà del’incauto cittadino finisce dove inizia quella dell’assennato Trentigno. Audaci guardie delle forze comunali stazionano le antiche vie di percorrenza sorvegliando con occhio di falco l’applicazione del coraggioso editto per piegare la schiena all’odioso anarchico qualora sfrecci improvvido oltre i trentasei mille metri orari. Il Trentigno ci dà l’esempio senza tradire la temeraria indole. Eccolo all’alba discendere dallo spartano giaciglio per recarsi, a dorso nudo, al suo arduo compito di primo cittadino, sfidando le intemperie meteorologiche a cavallo del suo fiero due ruote spinto dall’innovativa forza elettrica. Eroica testimonianza, commovente esempio per le giovani generazioni.

La cittadinanza, obtorto collo, in paziente fila, organizza all’interno dell’autocarro, competitivi tornei di carte nell’avvincente giuoco del tre sette per ingannare l’inesorabile trascorrere del tempo tiranno. In altre occasioni l’immobile popolo dei viandanti, al limitare dei biondi campi della ridente regione traversata dalla romana via Emilia, si unisce come nel mirabile quadro del “Quarto Stato”, munito di falce e rastrello, per recarsi a trebbiare, nella santa attesa che la via di percorrenza torni a normalità. Aitanti coppie di giovani sconsiderati approfittano della fortunata circostanza per unirsi in atti lascivi in spregio al senso del pudore comune.

Farà

preziosa memoria il cittadino che nello svolgere il diritto e il dovere di elettore, alla prossima chiamata alle urne, segnerà con mano sicura la X del nuovo condottiero volenteroso di preservare la sacrosanta libertà.

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