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"La luce è bianca, l'oscurità nera". Soumahoro oltre l'assurdo: il suo discorso contro la "bianchizzazione del pensiero"

In Aula Soumahoro pronuncia un'invettiva contro il razzismo e si scaglia contro il "pensiero della bianchizzazione", secondo il quale "la luce è bianca, mentre l'oscurità è nera"

"La luce è bianca, l'oscurità nera". Soumahoro oltre l'assurdo: il suo discorso contro la "bianchizzazione del pensiero"

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"La luce è bianca, l'oscurità nera". Soumahoro oltre l'assurdo: il suo discorso contro la "bianchizzazione del pensiero"

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Bianco e nero. Aboubakar Soumahoro è stato in grado di raggiungere le più incredibili vette della retorica manichea. Nei giorni scorsi, parlando in Aula, l'onorevole del gruppo misto si è infatti esibito in un appassionato discorso sulla "bianchizzazione" (proprio così), arrivando a puntare il dito contro il governo. L'esegesi delle argomentazioni proposte sarebbe ridondante; meglio quindi lasciare spazio ai virgolettati. "Il razzismo si esprime attraverso il pensiero della bianchizzazione, ed è quel pensiero che ritiene che la luce è bianca, mentre l'oscurità è nera", ha affermato il parlamentare dal proprio scranno, ravvisando un principio di razzismo addirittura nelle gradazioni luminose.

Per carità, non dite all'onorevole che nel 1970 Rita Pavone incise una canzone intitolata "Notte nera". L'artista torinese potrebbe ricevere un sonoro rimprovero, anche se nella copertina del suo disco compariva un sottotitolo forse in grado di placare le inquietudini: "È solo un'impressione". Ed evitiamo di menzionare il mitico Zucchero, che cantava "Vedo nero". Ironie a parte, Soumahoro alla Camera ha affrontato l'argomento con la massima serietà e con un tono particolarmente accorato. Secondo il cosiddetto pensiero della "bianchizzazione" - ha infatti proseguito il deputato - "l'ignoranza è nera, l'intelligenza è bianca. La capacità di elaborazione è bianca, mentre quando il nero inizia ad agire, a pensare, ad elaborare, a riflettere, viene circoscritto, esce dalla sua sfera di naturalità".

Nell'aula di Montecitorio se ne sentono spesso di tutti i colori, ma in questo caso la gamma cromatica si è ridotta all'essenziale. Al bianco e al nero. Sul punto, Soumahoro ha articolato una vera e propria invettiva politica a partire da una sua interrogazione parlamentare sui cori razzisti negli stadi. L'ambito sportivo, però è rimasto per un attimo sullo sfondo e Aboubakar ha invece attaccato: "Voglio parlare qui di come noi, la politica e il governo, intendiamo affrontare il tema della bianchizzazione del pensiero, perché è quello stesso pensiero che si manifesta attraverso il linguaggio della politica quando utilizza il termine della sostituzione etnica (...) il termine dell'equazione tra ciò che viene ritenuto civile, luce, e ciò che viene ritenuto buio, oscurità, cioè tutto ciò che si manifesta al di fuori del bianco".

A lasciare di stucco non sono tanto le curiose tesi dell'onorevole, quanto il fatto che esse non abbiano in realtà un riscontro effettivo nel quotidiano, dal momento che - giustamente - nessuna persona di buon senso utilizza il buio e la luce come elementi che sottendono un pensiero razzista. "Siamo di fronte a una costruzione sociale che gerarchizza la società, che non riesce a dare una lezione ai bambini, a quel mondo del calcio, ai giovani e ai piccoli che, guardando ciò che avviene negli stadi, si pongono la domanda: quand'è che avremo in Italia, nei nostri stadi, un allenatore nero, un arbitro nero?", ha concluso Soumahoro.

Ma, anche in questo caso, l'impressione è che la società sia nel complesso ben più evoluta di come invece si ostini a descriverla il parlamentare.

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