Ennesimo venerdì di sciopero ma stavolta non è la Cgil a cerchiare di rosso il giorno del calendario ma gli studenti, che hanno trovato l'ennesimo pretesto per scendere in piazz per il "No Meloni Day". Dietro le manifestazioni che è previsto si tengano in tutto il Paese ci sono Osa e Cambiare Rotta, due gruppi giovanili, costola della Rete dei Comunisti, che sono riusciti a ramificare la propria presenza in gran parte delle scuole e delle università del Paese. La manifetazione di domani, 14 novembre, precede l'assemblea nazionale pianificata per sabato 15 e domenica 16 novembre a Bologna, Roma e Bari. Anche stavolta, facendo proprio quello che inizialmente era lo sgolan dei portuali, gli studenti scenderanno in piazza al grido di "Blocchiamo tutto". Non è da escludersi che verranno messe nel mirino le stazioni ferroviarie, come troppo spesso è accaduto, i porti e gli aeroporti.
"Blocchiamo scuole e università, riempiano le piazze contro il governo Meloni, per una nuova formazione, contro la scuola di Valditara e l'università dell Bernini, per la Palestina libera, per un nuovo mondo", si legge nel manifesto che sta circolando nelle scuole e nelle università. Le città coinvolte nella manifestazione di domani sono: Milano, Bergamo, Pavia, Torino, Venezia, Genova, Chiavari, La Spezia e Pisa. E ancora, Modena, Bologna, Faenza, Ravenna, Imola e Rimini. E infine Pisa, Perugia, Roma e Monterotondo. "Daremo la prima risposta al governo dopo gli attacchi fascisti nelle scuole, la finanziaria, le dichiarazioni aberranti di Valditara sull'Educazione sessuale", hanno dichiarato ancora gli studenti. Va detto che quello che era stato presentato inizialmente come attacco fascista al Liceo Leonardo da Vinci di Genova si è rivelato essere un assalto vendicativo da parte di "maranza" che erano stati inizialmente invitati a una festa all'interno della scuola occupata.
A Bologna la manifestazione verrà particolarmente attenzionata a causa della presenza in città dei ministri Alessandro Giuli, Antonio Tajani, Giancarlo Giorgetti, Francesco Lollobrigida e Matteo Piantedosi, definiti "ministri fascisti" dagli esponenti di Cambiare Rotta e Osa.
"Non possiamo accettare che nella nostra città Medaglia d’oro alla Resistenza la passerella di chi da anni sostiene l’occupazione e il genocidio dello Stato terrorista di Israele sul popolo palestinese rimanga indisturbata", scrivono in uno dei manifesti. Il rischio scontri è altissimo, l'attenzione è massima da parte delle forze dell'ordine: questi cortei vengono considerati dai manifestanti la prova generale per lo sciopero generale del 28 e 29 novembre.