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Bossi chiede scusa al popolo padano: "I danni li ha fatti chi porta il mio cognome"

Davanti ad una platea gremita che inneggia a Umberto Bossi, si apre la manifestazione dell'orgoglio leghista a Bergamo. Il popolo del Carroccio si stringe attorno al Senatùr e fischia Renzo Bossi, Francesco Belsito e Rosi Mauro. Maroni sfila il Carroccio a Bossi: "Lega primo partito del Nord è il mio sogno nel cuore". Poi l'ex ministro degli Interni annuncia: "Se il presidente del sindacato padano non si dimette, sarà la Lega a dimetterla"

Bossi chiede scusa al popolo padano: "I danni li ha fatti chi porta il mio cognome"

Davanti ad una platea gremita che inneggia a Umberto Bossi, si apre la manifestazione dell'orgoglio leghista a Bergamo. Il popolo del Carroccio si stringe attorno al suo leader dopo il caso Belsito. Armati di scope e ramazze, le camicie verdi chiedono di fare pulizia.

"Sono giorni di passione, di dolore. Ma anche di rabbia e di onta perché trattati da partito di corrotti". Con queste parole Roberto Maroni sintetizza il clima che si respira nella Lega in questi giorni, sottolineando "l'orrore per le accuse di collusione con la 'ndrangheta e con la mafia". Il ritornello è uno solo: "Bisogna fare pulizia, chi sbaglia paga e chi ha preso i soldi li dovrà restituire". E così l'ex ministro, chiedendo di anticipare il congresso federale a giugno, snocciola uno ad uno i passi indietro, prima quello di Umberto Bossi e poi quello di Renzo Bossi. E tra la folla che fischia i nomi del figlio del Senatùr, quello di Francesco Belsito e quello di Rosi Mauro, Maroni annuncia: "Giovedì l'ex tesoriere sarà espulso e ci penserà la Lega a dimettere il presidente del sindacato padano che finalmente sarà guidato da un padano vero".

"Da oggi si cambia", dice Maroni elencando le sue regole per una nuova Lega Nord: "Uno: i soldi alle sezioni e ai suoi militanti. Seconda regola: meritocrazia. Terza regola: largo ai giovani. Quarto: fuori chi viola il codice padano". Ma soprattutto - il più amato dei triumviri lo ricorda spesso - "la Lega non è morta e riparte da qui. Basta con la caccia alle streghe, con i complotti, con le scomuniche, con le fatwe e con i cerchi, ora è importante l'unità del movimento".

E il Senatùr rincara la dose: "Vogliono dividerci per colpirci. Bisogna smettere di dividersi: crea varchi per il nemico, che è il centralismo romano". Bossi arriva a chiedere persino un giuramento "su chi deve dirigere la Lega, perchè non ci siano più discussioni nè divisioni". Poi aggiunge: "Il cerchio magico non esiste. Ora dobbiamo essere tutti uniti: noi non scompariremo, basta fare il gioco degli altri"

Per quanto riguarda l'inchiesta, il leader della Lega è convinto che "le cose sono organizzate: è una specie di complotto. Quello che è avvenuto è il tentativo di distruggere la Lega. Non possono farla sparire per decreto e fanno il ragionamento: se togliamo i soldi del finanziamento...".

E, dopo aver ricordato come Belsito è arrivato al Carroccio, Bossi commosso si è scusato con il popolo padano: "A me spiace non solo per la Lega ma anche per i miei figli. Chiedo scusa perché i danni sono stati fatti da chi porta il mio cognome"

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