È un giardinetto d'investimento costituito esclusivamente da titoli denominati in euro. Il risparmiatore, che crede nella tenuta della zona euro (e, a maggior ragione, dell'Italia) e non avverte nessuna esigenza di diversificare il portafoglio in strumenti denominati in valuta estera, si assume quindi un rischio medio-basso: l'evoluzione del cambio non ha infatti nessun impatto sul rendimento dei propri investimenti. La ripartizione del portafoglio prevede un 35% di Btp 3 anni, un 45% di Btp 5 anni e il restante 20% di Btp 10 anni. Attualmente il Btp 2016 riconosce un rendimento del 2,46% annuo, il Btp 2018 offre un tasso del 3,28% e il Btp decennale paga il 4,55%: se si ipotizza un ribasso dei tassi di interesse di un quarto di punto (meno 0,25%), un portafoglio così allestito dovrebbe riuscire a mettere a segno un guadagno totale del 4,4% lordo, 3,3 punti percentuali derivanti dalle cedole dei Btp e l'1,1% circa dalla rivalutazione dei prezzi dei titoli in portafoglio.
In uno scenario ancora migliore, con i tassi di interesse dei titoli del debito pubblico italiano in calo di mezzo nei prossimi 12 mesi, il rendimento complessivo del giardinetto potrebbe arrivare a sfiorare il 5,6% lordo.
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