È ancora mistero fitto sulla scomparsa dell'aereo delle Malaysia Airlines, ma posto che i tasselli della drammatica vicenda dovranno essere messi tutti al loro posto - in primis ovviamente il ritrovamento del velivolo o di quel che ne resta - una domanda è d'obbligo: dopo questa sciagura si può considerare la sicurezza dei voli esattamente come prima? Vista la tragedia il dibattito è inevitabilmente aperto.
Già, perché il velivolo svanito è/era uno dei più sicuri in circolazione. Ma ancor prima una considerazione di tipo statistico: gli incidenti accadono ma, numeri alla mano, spesso se non spessissimo in fase di decollo oppure di atterraggio, considerati i momenti tra i più rischiosi del volo aereo. Durante la «crociera» di rado succede qualcosa di fatale. Specialmente a un Boeing 777 modello 200 Er, quello ora cercato, una sorta di fortezza per le lunghe tratte grazie a una grossa capacità di carburante: il suo raggio d'azione infatti è di 1.400 chilometri, per viaggi di 16 ore.
Non solo, questo gigante che può sostenere 155 tonnellate di carico, detiene il record per i bimotori del volo d'emergenza più lungo: nel 2003 uno di questi modelli viaggiò sopra il Pacifico per 177 minuti con un motore solo. Infine c'è la fama delle Malaysia Airlines, conosciute per avere un notevole standard di sicurezza.
Dunque cosa è successo l'altra notte tra il Golfo di Thailandia e il Mar cinese meridionale. Se quel Boeing è precipitato, si è portato dietro molte certezze acquisite sulla sicurezza: ci sono 239 morti, bisognerà rivedere tutto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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