Sfocia in un blitz all'alba, con duecento uomini della Finanza in azione in tutta Italia, l'ultima indagine partenopea sul calcio, che punta l'indice sui rapporti tra procuratori e società e su irregolarità fiscali legate ai contratti dei giocatori. Il sospetto è che il boom degli ingaggi abbia spinto a trovare modi «creativi» (e illeciti) di contenere gli esborsi. Coinvolti nell'operazione battezzata «Calcio malato» 55 calciatori, dodici agenti - tre dei quali indagati - e 41 squadre, compresa la serie A 2012/13 escluse Bologna e Cagliari. Gli indagati certi dai pm napoletani Ardituro, Capuano (già titolare nell'inchiesta su Calciopoli), De Simone e Ranieri sono, per ora, tre procuratori. C'è il figlio di Luciano Moggi, Alessandro, e due argentini: Alejandro Mazzoni, agente tra l'altro del «Pocho» Lavezzi, e l'ex nazionale Leo Rodriguez.
L'indagine nasce a ottobre 2012, quando la procura partenopea inviò gli uomini delle Fiamme gialle nelle sedi del Napoli - sia nel quartier generale di Castelvolturno che nella sede romana della Filmauro del patron De Laurentiis - e della Federcalcio. Cercavano documenti su compravendite di calciatori e sui rapporti tra questi ultimi, le società e i procuratori sportivi. Tutto partì da segnalazioni di presunte irregolarità legate ai contratti di calciatori ceduti ad altre squadre. I pm napoletani puntarono su Lavezzi (passato dal club azzurro al Psg) e su Chavez, dato in prestito in Argentina.
Da allora gli inquirenti hanno raccolto nuovi elementi e l'indagine si è allargata a macchia d'olio: «È emerso - scrivono i magistrati - un complessivo e articolato sistema di relazioni finalizzato alla sottrazione all'imposizione fiscale di significative risorse finanziarie provenienti dalla conclusione di rapporti contrattuali di calciatori professionisti». Le «richieste di consegna documentazione» sono 41, una per ogni società interessata dal blitz.
Tra i calciatori i cui contratti e trasferimenti sono finiti nel mirino dei pm molti nomi noti. Oltre al già citato Lavezzi ci sono il milanista Antonio Nocerino, l'attaccante ex Fiorentina e Juve Adrian Mutu (ora all'Ajaccio), la punta dell'Under 21 Ciro Immobile, Emanuele Calaiò, Massimo Oddo - campione del mondo nel 2006 - e Giuseppe Sculli. Di ognuno, la Gdf ha chiesto le carte relative a acquisizioni o cessioni. Così, per esempio, per Lavezzi si indaga sia sull'arrivo dagli argentini del San Lorenzo che sulla cessione ai francesi del Psg.
Gli altri procuratori coinvolti - ma allo stato non indagati - sono Fernando Hidalgo, Graziano Battistini, Martin Guastadiseño, Paolo Rodella, Pasquale Gallo, Riccardo Calleri, Rodrigo Vilariño, Umberto Calaiò (fratello e agente di Emanuele) e Vincenzo Leonardi. I reati ipotizzati vanno dall'associazione per delinquere all'evasione fiscale internazionale, dal falso all'illecita intermediazione, dall'esercizio abusivo di professione all'inosservanza di pene accessorie, dall'emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti fino al riciclaggio.
Il teorema dei pm ipotizza l'aggiramento da parte dei club (che non sarebbero indagati), con l'ausilio dei procuratori, delle regole di tassazione dei contratti di cessione dei calciatori. Gli inquirenti puntano anche sulle «clausole» e sui fringe benefit previsti nei contratti, sul ruolo di intermediazione degli stessi agenti, sull'attività di scouting (la ricerca di nuovi talenti), sulle transazioni tra società finalizzate in realtà a «spalmare i debiti».
E nel mirino ci sono anche la gestione dei diritti tv e dei diritti d'immagine dei calciatori.
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