
Il Terzo polo resta un lontano ricordo. Dalle sue ceneri sono nati continui litigi a distanza tra gli artefici del divorzio: da una parte Matteo Renzi, che ha ormai imboccato la strada verso il campo larghissimo a trazione Elly Schlein e Giuseppe Conte; dall'altra Carlo Calenda, che si pente di aver creduto nell'accordo con l'ex presidente del Consiglio che avrebbe dovuto catalizzare l'attenzione dei moderati e dei riformisti. Ora i due sono tornati a punzecchiarsi, visto che anche in occasione delle elezioni regionali dominano personalismi, rancori e divergenze che hanno impedito un accordo.
La prima frecciatina è stata lanciata da Renzi. Il senatore di Rignano ha chiesto ai suoi alleati di non cedere alla tentazione di sbilanciare a sinistra la coalizione, ribadendo la necessità di intercettare i voti sia di chi non vede di buon occhio la ricetta di Alleanza Verdi-Sinistra sia di chi non si riconosce nell'operato del governo guidato da Giorgia Meloni. "Se l’alleanza è tutta schierata a sinistra, non si vince", ha scandito a chiare lettere Renzi.
Ma l'ex presidente del Consiglio non si è limitato all'appello rivolto ai suoi compagni di viaggio. Interpellato dai cronisti, ha riservato una dichiarazione nei confronti di Calenda che - seppur espressa con toni civili - rappresenta una vera e propria bordata dopo mesi ad altissima tensione: "Se la domanda è come giudica la scelta di Calenda, cambia talmente velocemente idea che non faccio in tempo a farmi un'idea che lui l’ha già cambiata".
Non si è fatta attendere la replica del leader di Azione, che ha affidato al suo profilo X una presa di posizione che - senza giri di parole né ghirigori - mette in evidenza come ormai i rapporti siano inconciliabili: "Matteo, ma davvero? Mentre fai la campagna per Tridico e Fico dai lezioni di coerenza. Suvvia. Fai il bravo". Il riferimento è all'accordo di coalizione in salsa 5 Stelle in Campania (a sostegno di Roberto Fico) e in Calabria (per sostenere Pasquale Tridico). E fa un certo effetto, visto che il leader di Italia Viva si era speso anima e corpo per contrastare la stagione del grillismo.
Non è solamente una questione personale, ma il punto è anche politico: Renzi spinge per consolidare l'alleanza con Partito democratico, M5S e Avs; Calenda respinge l'idea di
soccombere al duo Elly-Giuseppe e si tira fuori dall'ammucchiata rossa. Due caratteri troppo simili, due visioni diametralmente opposte: è questo il motivo per cui il Terzo polo è destinato a rimanere un lontano ricordo.