Cancellieri: «Rischio di escalation Misure di sicurezza potenziate»

Cancellieri: «Rischio di escalation Misure di sicurezza potenziate»

RomaLa rivendicazione della Federazione anarchica informale è «attendibile», il timore di una nuova stagione di terrore, dopo la gambizzazione di Genova, anche. E il titolare del Viminale non ci gira intorno. «Certo, temiamo l’escalation, e comunque si tratta di una situazione che richiede molto rigore, molta attenzione», spiega Anna Maria Cancellieri arrivando al Salone del libro di Torino per partecipare a una commemorazione di Giovanni Falcone.
Il ministro non nasconde l’allarme dopo che la firma anarchica sull’attentato al manager dell’Ansaldo Roberto Adinolfi è stata ritenuta «attendibile» dagli inquirenti ma, spiega, «almeno abbiamo individuato la matrice». Sulle contromisure da prendere per contrastare il fenomeno, però, resta abbottonatissima, e si limita a un lapalissiano «adesso bisogna lavorare». In che direzione e in che modo non è tema di cui discutere, «perché sono cose che devono essere coperte dal segreto più totale», chiosa. Niente dettagli, dunque, a parte la replica a una domanda su possibili collegamenti tra il ferimento di Adinolfi e il movimento No Tav. Esistono aree di contatto tra gli anarchici che hanno aperto il fuoco a Genova e le proteste in Val di Susa? Il ministro tende a escluderlo: «Sono settori sensibili ed essendo sensibili i collegamenti possono esserci, o crearsi facilmente, ma al momento non abbiamo motivo per ritenere che ci siano».
Tornando alle strategia di contrasto, la Cancellieri spiega che «sono state potenziate le misure di sicurezza, e lo faremo ancora di più: lavoreremo su tutti i fronti». Il ministro si sofferma anche sul contesto della situazione, che ritiene «molto delicata perché legata a fenomeni di recessione e difficoltà economica, ma noi pensiamo che il Paese tenga». E proprio per questo, prosegue la titolare del Viminale, «è importante che tutta la cittadinanza reagisca e prenda le distanze» da episodi come l’attentato di Genova, per evitare che nasca un’area di consenso popolare a supporto di questi atti. Ma «non credo ci sia - argomenta la Cancellieri - e se c’è riguarda un’area molto circoscritta. Non penso che nelle corde popolari ci sia consenso per queste cose». Inevitabile però pensare al clima di ostilità verso Equitalia, oggetto negli ultimi tempi di frequenti attacchi. Sul punto il ministro taglia corto: «Chi colpisce Equitalia in questi giorni colpisce lo Stato, e lo Stato siamo noi».
Il timore di un’escalation del terrorismo manifestato dalla donna che guida il Viminale trova un’eco nel ministro della Giustizia, Paola Severino, che si dice «molto preoccupata» sapendo «quanto è seria la Cancellieri, e quanto avrà pensato prima di rendere questa dichiarazione». Il Guardasigilli, però, se ritiene «estremamente serio» il timore espresso dal ministro dell’Interno, sulla «firma» dell’attentato sembra pensarla diversamente. Per la Severino, infatti, la rivendicazione da parte del Fai «non è affatto sufficiente per identificare l’origine del fenomeno», ed è dunque il caso di invitare alla «cautela», prima «di indicare una matrice anarchica». Stessa posizione della collega, invece, il ministro della Giustizia riserva alla paventata «zona grigia» di fiancheggiatori di un ritorno del terrorismo. «Credo nel buon Dna degli italiani - spiega la Severino - e credo che anche in questo caso l’Italia saprà reagire, non sarà l’inizio di un periodo cupo». Quanto a Equitalia, l’invito del ministro è a non «concentrare la nostra attenzione» sulla società di riscossione «come causa del problema», perché se «è chiaro che c’è un disagio» è altrettanto ovvio che «ognuno ha il dovere di pagare le tasse». E comunque, conclude la Severino, «il governo sta venendo incontro alle fasce più deboli».
L’allarme del ministro dell’Interno «tecnico» viene condiviso anche dalla politica.

Il responsabile sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, invita tutti i partiti a «considerare con grande attenzione e preoccupazione» le parole della Cancellieri, e di «preoccupata condivisione» parla l’ex sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, che lancia l’idea di una «cabina di regia» con rappresentanti di tutti gli schieramenti, «per non fare della compattezza una mera declamazione».

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