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I voltagabbana

La strana e interessata giravolta di Alfano & C. sulle preferenze (e non solo)

I voltagabbana

È il lato B della democrazia e non ha nulla di onorevole. Anzi, a vederlo da vicino assomiglia a una malattia contagiosa, meno voti hai e più rischi il contagio. È virale e i primi sintomi sono paraculite acuta, perdita di memoria, stati di incoerenza, ossessione nel porre veti a tutto e la fobia del posto vuoto, che si traduce nel non voler mai lasciare la poltrona. Nei casi più gravi sviluppa la tendenza, quasi parossistica, a prendere per i fondelli gli italiani. L'esempio più recente è la discussione intorno alla legge elettorale. Qualche volta può anche accadere che ci sia uno sdoppiamento della personalità. «Il sistema delle preferenze è troppo costoso. Alla fine chi paga?». Chi ha detto queste parole e si è posto questa domanda metafisica? Angelino Alfano. «In Parlamento proporremo le preferenze, perché ciascuno deve chiedere il voto per sé, con il proprio cognome». Questa volta chi è? Sempre Angelino Alfano, ma con un altro vestito. Preferenze no, preferenze sì. È solo un cortocircuito tra il segretario del Pdl Angelino e il ministro, vicepremier, leader del Nuovo centrodestra Alfano.

Non è mica il solo. Pensate alla filippica del buon Cuperlo contro i «nominati», quelli scelti e blindati dai partiti. Sempre lo stesso Cuperlo - come ha ricordato Renzi - che il Pd alle ultime elezioni ha inserito nella lista degli ipergarantiti. Ma se provate a ricordaglielo lui si offende, e si dimette. Non può tollerare certi attacchi ad personam.

Nel lato B della democrazia tutto è relativo. Quando nasce il governo Letta tutti concordano che la prima cosa da fare, subito, era la legge elettorale. Quasi un rito propiziatorio, un sacrificio agli dei della politica: scannare il Porcellum. Poi dopo mesi e mesi ecco pronto un progetto di legge elettorale e Letta che dice? Un momento, prima c'è da fare il rimpasto. Ma quale rimpasto? Il rimpasto ritarda voto.
Oppure. Tutte le forze politiche devono sedersi intorno a un tavolo e ridefinire le regole del gioco. Corollario: altrimenti non si esce dallo stallo e dall'ingovernabilità. Perfetto. Il maggior partito di maggioranza e quello di opposizione si incontrano e comincia il melodramma. Illegittimo. Vergogna.

Tradimento. È un attentato alla democrazia, non si tutela la sopravvivenza dei partitini. E poi il premio è troppo basso. È incostituzionale. Così non si potranno più fare le larghe intese e ci saranno meno poltrone per tutti.

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